Ormai in Italia neppure i partiti di sinistra osano più proporre imposte sui patrimoni, cioè sulla ricchezza accumulata invece che sul lavoro. Eppure sappiamo che tassare il lavoro frena la crescita e crea problemi distributivi molto più che tassare gli immobili (la ricchezza preferita dagli italiani). Grazie a uno studio di Bertrand Garbinti e altri, sappiamo che le patrimoniali sarebbero giuste per un’altra ragione: i ricchi, appena possono, evadono e sottraggono al fisco somme molto più alte di chi lavora in nero. Nel 2011 la Francia ha ridotto gli obblighi di rendicontazione per chi ha patrimoni sotto i tre milioni di euro (nel 2013 la soglia è scesa a 2,57 milioni). Questo ha permesso agli economisti di osservare il comportamento dei milionari francesi, confrontando le loro dichiarazioni dei redditi con quelle di chi non era toccato dalla riforma. Si è visto che un numero crescente di persone dichiara poco meno di 2,57 milioni di euro per non incorrere negli obblighi di trasparenza che farebbero scattare altri controlli e imposte. Secondo lo studio il 35 per cento di quelli che dovrebbero risultare sopra la soglia si autodichiara al di sotto, risparmiando il 10 per cento di tasse ogni anno. Per parafrasare un brutto modo di dire: aumenta le tasse sul patrimonio del ricco, tu non sai se se lo merita, ma lui sa quanto ha evaso. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1623 di Internazionale, a pagina 124. Compra questo numero | Abbonati