Avvertenza. Il linguaggio di questa rubrica è diretto ed esplicito.

Sono un ventenne e sto pensando di cominciare a esplorare più a fondo la sfera dei kink, soprattutto dato che la mia città natale si trova in un’area metropolitana con una vasta comunità kinky. Non provo paura né vergogna a entrare in spazi del genere, a parte il solito nervosismo che può provare qualunque principiante. Ho la fortuna di essere stato cresciuto da genitori fantastici e con un atteggiamento davvero positivo sul sesso. Mi hanno spiegato che i kink sono normali e non hanno nulla di sbagliato. Il problema non è quello, è che temo di poter incrociare mio padre in uno spazio kinky. Con lui non ho mai fatto una conversazione che si potrebbe ritenere sconveniente sui suoi interessi o le sue attività sessuali, ma sono abbastanza sicuro che lui sia da un pezzo dentro la scena kinky della nostra città. Ho esposto le mie preoccupazioni a una delle sue più care amiche e lei ha detto che non sono del tutto infondate. L’ho presa come una conferma del fatto che mio padre frequenta spazi kinky e sono quasi sicuro di incrociarlo a qualche evento. Come diavolo faccio a intavolare un discorso del genere, che si preannuncia per forza di cose imbarazzante? Gli butto lì semplicemente: “Oh, papà, senti, io mi faccio un account su FetLife, mi blocchi subito, per favore, così mi tolgo il pensiero?”. So che probabilmente la conversazione filerà liscia, è solo che non ho idea di come cominciare. E là fuori non ci sono tante persone che mi sappiano consigliare su come mettermi d’accordo con mio padre per non andare a un evento kinky la stessa sera.

– Need To Know Basis

Esistono altre città con una scena kinky vasta, Ntkb, e il fatto di voler frequentare eventi kinky senza l’assillo d’incrociare dei familiari è un motivo sufficiente per trasferirsi. Io sono cresciuto a Chicago, una città che ha una scena gay enorme, ma dopo il college mi sono ritrovato sulla costa occidentale. Uno dei motivi per cui mi sono trasferito è che ho un numero spropositato di zii – vengo da una famiglia di cattolici irlandesi – e non volevo imbattermici in un bar gay. Nessuno dei miei zii era gay, a quanto ne sapevo io, ma non volevo correre il rischio. Se avessi pensato che c’era anche la minima possibilità d’incrociare mio padre in un bar gay, mi sarei trasferito su Marte.

Mi rendo conto che levare le tende solo per poter andare alle feste kinky senza doverti preoccupare d’incrociare tuo padre è una misura estrema, e forse nel tuo caso anche superflua, Ntkb, dato che i tuoi genitori sono di larghe vedute e non sono dei cattolici irlandesi bigotti. Tu però non riuscirai a rilassarti e a goderti gli eventi kinky se temi che il tizio con il cappuccio di pelle appeso ai ganci da macellaio sopra la pista da ballo sia tuo padre.

Allargando per un attimo l’inquadratura: qualcuno troverà curioso che tu abbia chiesto a una delle più care amiche di tuo padre se lui frequenti ancora le feste kinky, mentre non ti va di parlarne direttamente con lui. Invece è proprio logico: tuo padre è una costante della tua vita – cene, compleanni, vacanze – mentre i suoi migliori amici no. Se fai una conversazione imbarazzante con uno dei suoi amici, non sei più tenuto a rivederlo. Invece una conversazione imbarazzante con tuo padre potrebbe rovinare la festa del Juneteenth, il Folsom di San Francisco o il giorno del ringraziamento.

Il modo migliore per intavolare una conversazione che si preannuncia imbarazzante è usare da subito la parola con la I: “Papà, è una cosa imbarazzante, ma stavo pensando di andare al [nome del locale] il giorno tale per la festa tale, e volevo dirtelo in anticipo”. Se temi che tuo padre sia così di larghe vedute da non rendersi conto che tu a quella festa non ce lo vuoi, dovrai aggiungere qualcosa tipo: “Però se ci vai tu io non ci voglio andare”.

Amarcord/monito: qualche anno fa ricevetti la lettera (che non pubblicai) di un padre gay che si era ritrovato con un figlio anche lui gay. Al padre, quarantenne, piacevano gli sbarbatelli. Al figlio, ventenne, piacevano i daddy. E a questo punto avrai già intuito come andò a finire: si incrociarono su un’app d’incontri. Fin qui l’imbarazzo sarebbe stato lieve, se solo se ne fossero accorti subito. Invece se ne accorsero solo dopo essersi scambiati foto del viso, e non prima di essersi scambiati varie foto di tutt’altro. Dopo essersi strappati gli occhi, padre e figlio si fecero insieme un pranzo estremamente imbarazzante in cui tirarono fuori i telefoni, aprirono le app, e si bloccarono a vicenda ovunque.

Se non vuoi che ti succeda l’equivalente kinky di scambiarsi per sbaglio foto del cazzo con tuo padre – e non voglio neanche immaginare cosa possa consistere – quella conversazione imbarazzante dovrai farla prima della festa, e non dopo. Se tuo padre è davvero ragionevole e di larghe vedute come dici, confido che riuscirete a stabilire un preavviso, un piccolo avvertimento da darvi sugli eventi a cui pensate di partecipare, Ntkb, e il primo che avvisa l’altro si aggiudica la partecipazione. Se non vuoi che i messaggi sugli eventi kinky si mischino alle normali chiacchie tra padre e figlio – o se non vuoi rischiare di inviare alla chat di famiglia un messaggio su un evento kinky destinato a tuo padre – potresti creare un calendario segreto di Google a cui avete accesso solo voi due, Ntkb, ma di cui non farete mai parola.

Spesso consigli ai tuoi lettori di muoversi su tutti i fronti: andare nei posti, incontrare persone e bazzicare pure le app. Io però ho una paura terribile che mi tiene lontano dalle app e credo sia una cosa di cui si devono preoccupare solo i maschi gay. Ancora oggi sul mio profilo sono uno di quei busti senza volto che non vuole condividere la foto del viso (né scatti di nudo) perché ho il terrore che le mie schermate siano prese e pubblicate in rete. Mi viene una fitta allo stomaco quando vedo come spettegolano i gay sui forum come MaleGeneral, Lpsg e ora anche Telegram. Ho visto tanti amici fare quella fine solo perché erano un po’ arrapati. Non riesco a pensare a nulla di più disumanizzante, demoralizzante di un branco di sconosciuti che fa commenti su me e il mio corpo. I maschi gay sanno essere cattivissimi tra loro. Io dal vivo me la cavo abbastanza, ma non incontro mai qualcuno che è davvero il mio tipo. Le mie apprensioni sono giustificate? E se non lo sono, quali precauzioni devo adottare per non ritrovarmi su quegli orrendi forum online?

– Posting Intimate Cock Shots

Non sono solo i maschi gay a doversi preoccupare dei collezionisti di foto e degli stronzi malintenzionati che pubblicano foto prese dalle app. Anche le donne etero devono fare i conti con questa roba, Pics, e alcuni ragazzi adolescenti sono stati indotti con l’inganno a condividere immagini e poi spinti al suicidio dai ricattatori.

Detto questo, non gonfiamo troppo i rischi: ogni giorno milioni di maschi gay si scambiano foto – del busto, del viso, del cazzo – e la stragrande maggioranza non finisce vivisezionata sui siti che citavi. E se pure le tue immagini andassero a finire su uno di quei forum di merda, Pics, non significa che tutti quelli che conosci ne vedranno. E se anche qualcuno ti riconoscesse? Quasi a nessuno frega qualcosa.

Di recente ho avuto Colby Jaxxx come ospite del Savage lovecast. Colby è un segaiolo professionista, che si dà il caso abiti in una cittadina del Midwest, dove ha un lavoro abbastanza normale. Il suo capo e i colleghi sanno cos’altro fa per arrotondare e finora non è stato un problema. Questo perché Jaxxx tiene la vita da segaiolo e quella professionale in due compartimenti separati di internet. E sembra che, sempre più di frequente, sia questa l’opinione comune: finché non s’incrociano i flussi – finché non si pubblicano foto allusive, o peggio, sugli account ordinari – nessuno le vedrà, se non chi va a cercarle apposta. E se qualcuno si dà da fare per scovare le tue cose, il problema è suo, non tuo. (Questa offerta non è ancora valida per chi fa l’insegnante).

Perciò prendi delle precauzioni ragionevoli – sfuma il viso nelle foto, usa app di messaggistica che consentano di visualizzare le immagini solo una volta, non mandare in giro foto del cazzo in cui appare il tuo viso né foto del viso in cui appare il cazzo, sfoltisci i tizi che sembrano troppo belli per essere veri (la ricerca inversa di immagini è tua amica) e blocca subito quelli che ti mettono a disagio. Ma non permettere alle linguacce dei forum online di impedirti di fare la vita che vuoi e di trovarti cazzi strepitosi.

P.s. Se quei forum non li vai a guardare, non saprai cosa ci succede.

Sono la mamma di un ragazzino di undici anni. Nell’ultimo anno mio figlio ha cominciato a usare da solo il nostro strumento per i massaggi in camera sua. Le prime volte mi ha detto che se lo metteva solo sulle gambe e abbiamo parlato del fatto che non sarebbe stata una buona idea metterselo direttamente sul pene. Ogni tanto, a volte a intervalli di settimane, lui annuncia: “Adesso uso il massaggiatore”, poi va in camera sua per un paio di minuti e la cosa finisce lì. La mia unica preoccupazione è che possa perdere di sensibilità. Avere uno strumento del genere alla sua età mi fa temere che sviluppi delle abitudini di masturbazione insolite che a lungo andare si rivelino dannose. Ho pensato di vendere lo strumento per i massaggi, dato che mio figlio è l’unico a “usarlo”, e risolvere così il problema. Ma è davvero un problema? O devo semplicemente lasciarlo libero di esplorare il proprio corpo?

– Misuse Of Massager

La maggior parte dei maschi comincia a masturbarsi intorno ai tredici anni, Mom, ma alcuni cominciano prima – tredici è la media – per cui tuo figlio quasi sicuramente non sta usando quell’attrezzo sulle gambe. Se così fosse, lo farebbe davanti alla tv e non in camera sua con la porta chiusa. Tu hai paura che possa diventare dipendente da una stimolazione particolarmente intensa per riuscire a raggiungere l’orgasmo, Mom, ed è una preoccupazione legittima. Alcuni uomini adulti faticano a raggiungere l’orgasmo durante i rapporti penetrativi orali, vaginali o anali con partner, perché da ragazzini si sono fatti le seghe usando cose che la vagina, l’ano o la bocca non possono replicare. Per saperne di più, cerca su Google “sindrome da presa mortale”.

Detto questo, tuo figlio ha diritto alla privacy, e fare irruzione in camera sua come un’invasata e strappargli di mano lo strumento per i massaggi potrebbe fare più danni. Fai piuttosto a tuo figlio un discorso, adatto alla sua età, sul piacere personale – sottolineando l’importanza della riservatezza e della sicurezza online, e avvertendolo che la pornografia è fatta di distorsioni – e ricordagli che dev’essere delicato con se stesso. Potresti anche mettergli i bastoni tra le ruote spostando (cioè nascondendo) lo strumento o fare in modo che si rompa, senza poi affrettarti a sostituirlo.

(Traduzione di Francesco Graziosi)

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it