Sono iniziati gli open day per le superiori e mia figlia non vuole neanche andare a vedere cosa si fa in un liceo classico perché “non ha nessuna intenzione di studiare latino e greco”. Da ex alunna di questo tipo di scuola mi dispiace che lei rinunci a priori alla formazione che offre l’indirizzo classico: quanto è lecito da parte mia cercare di convincerla? –Concetta
Nel sistema scolastico francese gli studenti delle superiori possono scegliere quali materie opzionali aggiungere accanto a quelle obbligatorie nel loro percorso di studi. Un paio di anni fa Eric, un mio amico che fa il professore a Parigi, mi ha raccontato che quell’anno, per la prima volta, nella scuola superiore in cui insegna non c’era stata neanche una richiesta di studiare latino e che quindi l’insegnamento del latino sarebbe stato sospeso. Nel primo biennio dei licei classici italiani si fanno cinque ore di latino e quattro ore di greco alla settimana, una quantità rimasta invariata da quando è stata decisa nel 1952. Io, che come te ho fatto il liceo classico, ho dei dubbi sull’opportunità di continuare a dedicare tante ore a queste due materie a scapito di altre che hanno assunto rilevanza negli ultimi settant’anni, come l’inglese o l’informatica. Oggi il liceo classico è scelto dal 5,3 per cento degli studenti, un numero in calo costante. Se la quantità di ore di latino e greco al cla ssico resterà così sproporzionata e se il loro insegnamento non sarà in qualche modo modernizzato, temo che il liceo classico rischierà di estinguersi come il latino nel liceo di Eric. E sarebbe un vero peccato.
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Questo articolo è uscito sul numero 1642 di Internazionale, a pagina 16. Compra questo numero | Abbonati





