Il 16 novembre il presidente statunitense Donald Trump ha compiuto una giravolta invitando i deputati repubblicani ad approvare la pubblicazione di tutti i documenti sul caso Epstein in possesso della sua amministrazione.
“I deputati repubblicani dovrebbero votare a favore della pubblicazione dei documenti sul caso Epstein perché non abbiamo nulla da nascondere ed è ora di lasciarci alle spalle questa farsa orchestrata dal Partito democratico”, ha affermato sul suo social network Truth Social, modificando la sua posizione precedente.
“Il dipartimento della giustizia ha già reso pubbliche decine di migliaia di pagine sul caso e sta indagando su vari esponenti democratici che avevano rapporti con Jeffrey Epstein, tra cui Bill Clinton, Reid Hoffman e Larry Summers”, ha aggiunto.
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La camera dei rappresentanti esaminerà in settimana un progetto di legge per costringere il dipartimento della giustizia a pubblicare l’intero dossier sul ricco finanziere e criminale Jeffrey Epstein, morto in prigione nel 2019 prima di essere processato per lo sfruttamento sessuale di decine di ragazze minorenni.
Trump era accusato di voler impedire la pubblicazione dei documenti per nascondere elementi che lo coinvolgerebbero nel caso, cosa che lui ha sempre smentito.
Questa posizione aveva provocato delle divisioni all’interno del campo repubblicano, solitamente compatto nel sostegno a Trump.
Il presidente aveva anche preso le distanze da alcuni dei suoi più stretti alleati del movimento Maga (Make America great again), tra cui la deputata Marjorie Taylor Greene, alla quale nel fine settimana aveva ritirato il sostegno per le elezioni di metà mandato del 2026.
“La commissione di vigilanza della camera può avere tutti i documenti che vuole, A ME NON MI INTERESSA!”, ha dichiarato il 16 novembre il presidente, che durante la campagna elettorale delle presidenziali aveva promesso rivelazioni sensazionali sul caso per poi cercare di chiuderlo una volta tornato alla Casa Bianca.
La settimana scorsa gli esponenti democratici della commissione di vigilanza avevano pubblicato delle email di Epstein che citavano Trump, mettendo la Casa Bianca sulla difensiva.
“Certo, Trump sapeva delle ragazze”, affermava in particolare Epstein in un’email inviata al giornalista e scrittore Michael Wolff nel 2019.
“Non ne sapevo nulla. Altrimenti sarebbe uscito fuori molto tempo fa”, aveva dichiarato il 14 novembre il presidente statunitense.
“Epstein e io avevamo pessimi rapporti da anni”, ha aggiunto.
A luglio il dipartimento della giustizia e l’Fbi avevano annunciato di non aver “trovato prove che giustifichino l’apertura di indagini su persone non ancora perseguite” e si erano schierati contro la pubblicazione del dossier, suscitando le ire di molti esponenti del movimento Maga.
Ghislaine Maxwell, ex compagna e complice di Epstein, sta attualmente scontando una condanna a 20 anni di prigione per sfruttamento sessuale.