Cosa pensi dell’idea di mettere un controllo dell’età sui siti porno come hanno fatto in Francia? Non dovremmo semplicemente accettare che la società contemporanea è più sessualizzata di quelle precedenti? –Emmanuel

Lo sviluppo della dimensione sessuale è un passaggio delicato. In passato le ragazze e i ragazzi venivano lasciati da soli a scoprirla, con un misto di goffi discorsi dei genitori, informazioni carpite dai coetanei e prime esperienze personali. La pornografia c’era, ma aveva un ruolo marginale, perché non era facile procurarsela. Il problema oggi non è la pornografia in sé, ma la valanga di materiale così facilmente accessibile a qualunque età. La produzione pornografica rappresenta quasi solo un immaginario sessuale misogino, machista e di dominazione, che non aiuta i giovani a farsi un’idea reale e sana del sesso. Secondo alcuni esperti, però, mettere un controllo attraverso un documento o lo spid per entrare nei siti porno, più che scoraggiare i minorenni, ha l’effetto di spingerli a usare spazi non controllati come Telegram e simili, dove non esistono neanche i sistemi di moderazione di base delle principali piattaforme del porno, che almeno filtrano i contenuti violenti e illegali come le scene di stupro. La soluzione per alcuni sarebbe agire direttamente sui sistemi operativi dei telefoni e i tablet dei minorenni, ma non sono un esperto di tecnologia e non posso dire con certezza se sia possibile. Quello che posso dirti è che secondo me non dovremmo accettare passivamente la diffusione incontrollata del porno tra i bambini e gli adolescenti.
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Questo articolo è uscito sul numero 1636 di Internazionale, a pagina 14. Compra questo numero | Abbonati