Il 19 giugno il ministro della difesa israeliano Israel Katz ha affermato che Ali Khamenei, la guida suprema dell’Iran, “non può continuare a esistere”, dopo che un missile iraniano ha colpito un ospedale in Israele, e decine di persone sono rimaste ferite in tutto il paese.
Nel settimo giorno di guerra tra Israele e Iran, l’esercito israeliano ha affermato di aver colpito decine di obiettivi in Iran, tra cui un “reattore nucleare in fase di costruzione ad Arak” e “un impianto per lo sviluppo delle armi nucleari a Natanz”.
Intanto, il presidente statunitense Donald Trump sta valutando il coinvolgimento diretto degli Stati Uniti nel conflitto per colpire in profondità gli impianti nucleari iraniani.
La Russia ha reagito mettendo in guardia Washington da un “intervento militare che avrebbe conseguenze imprevedibili”.
Il 18 giugno Khamenei aveva affermato che l’Iran non si arrenderà mai, dopo che Trump aveva chiesto la “resa incondizionata” del paese.
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Dopo un attacco iraniano con decine di missili, l’allarme è scattato in varie zone d’Israele, tra cui Tel Aviv, dove gli abitanti hanno raggiunto i rifugi. I soccorritori hanno riferito di almeno 47 feriti.
Shlomi Kodesh, direttore generale dell’ospedale Soroka a Beersheva, nel sud d’Israele, ha affermato che “la struttura ha subìto gravi danni e alcuni reparti sono stati completamente distrutti”, aggiungendo che “quaranta persone sono rimaste ferite, la maggior parte in modo lieve”.
“Il codardo dittatore iraniano sta colpendo deliberatamente obiettivi civili in Israele”, ha affermato Katz. “Si tratta di un crimine di guerra, e ne pagherà le conseguenze”.
“Khamenei vuole distruggere Israele, e un uomo del genere non può continuare a esistere”, ha aggiunto.
“Faremo pagare un prezzo molto alto al tiranno”, ha avvertito il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, che il 16 giugno aveva dichiarato che “uccidere Khamenei metterebbe fine alla guerra”.
Katz ha affermato di aver ordinato, insieme a Netanyahu, un’intensificazione dell’offensiva in Iran per “eliminare le minacce che gravano su Israele” e “scuotere il regime degli ayatollah”.
I Guardiani della rivoluzione, l’esercito ideologico dell’Iran, hanno rivendicato “un attacco condotto con missili guidati ad alta precisione contro un centro di comando militare del regime israeliano situato vicino a un ospedale”.
L’Iran continuerà a esercitare il suo diritto all’autodifesa, ha ribadito il 19 giugno il ministro degi esteri Abbas Araghchi, confermando la sua partecipazione il 20 giugno a una riunione a Ginevra con i suoi colleghi tedesco, francese e britannico.
Dal 13 giugno, quando Israele ha lanciato un’offensiva senza precedenti contro Teheran, almeno 224 persone sono morte in Iran, secondo l’ultimo bilancio fornito il 15 giugno, e 24 in Israele.