Due giorni nella vita di due persone innamorate. Il primo, quando tutto comincia, e l’ultimo, quando ci si lascia. A chi legge, la possibilità di immaginare cosa è successo in mezzo. In questa puntata: Louise, 29 anni.

Il primo giorno

“New York mi aveva chiamato. La capitale delle libertà e della tolleranza. Ero certa che tra me e questa città sarebbe successo qualcosa. Vivo in un appartamento con altri tre ragazzi nell’East Village, una coppia gay e un ragazzo etero. È la fine dell’inverno, esco di casa in pantaloncini, stivali e collant per andare a una festa dove conosco poche persone. La mia vita sentimentale non è particolarmente movimentata, ma non mi importa. Per un po’ sono uscita con un tedesco che non mi interessava granché, sono troppo occupata.

Nel corso della serata arriva Julia, una ragazza afroamericana dagli occhi neri. ‘È carina, ha qualcosa di speciale’, mi dico, senza rendermi minimamente conto che avrei potuto essere attratta da una donna. Mi stanno tutti simpatici, sono socievole, divertente, ma non ci provo con nessuno, parlo e basta. Siamo in un cocktail bar nascosto, in stile proibizionismo, velluto alle pareti e atmosfera ovattata. C’è un tavolo rotondo in un angolo, siamo tutti stretti uno accanto all’altro. Julia si siede vicino a me.

Non mi faccio troppe domande. Sono stata due anni con un ragazzo, ho avuto relazioni solo con uomini. Le racconto che studio all’università di New York (Nyu), lei mi risponde: ‘Ma è pazzesco, questa settimana ho sognato di avere una storia con una ragazza francese che studia alla Nyu’. Mi bevo questa storia, non mi stupisco della strana coincidenza. Ma sento salire la tensione, comincio a pensare che stia succedendo qualcosa e io non voglio vederlo né sentirlo, non riesco a immaginarmi a letto con una ragazza.

Julia è una cantante, molto sexy, quasi pericolosa. Sento passare le sue mani sui miei collant. È una scarica elettrica, un vulcano nel corpo, ma sono paralizzata. Esco a fumare una sigaretta per calmarmi. Ovviamente lei mi segue, mi blocca contro il muro, si avvicina al mio viso e mi sussurra: ‘Have you ever kissed a girl before?’ (hai mai baciato una ragazza prima d’ora?), io farfuglio ‘no’. ‘Ne hai voglia?’. Sento la mia voce dire di no. Quando torniamo dentro me ne pento, mi sento come un topolino nelle grinfie di un grosso gatto. Finiamo la serata dal nostro amico comune, Julia è perfettamente a suo agio.

A fine serata, complici l’alcol e la stanchezza, finiamo nello stesso letto, ci sfioriamo, ci cerchiamo nel dormiveglia, ma non succede nulla. All’alba scappo via. È una bella giornata, sono felice, mi sento invincibile, ho paura, mi ritrovo a pensare che non mi sono mai sentita così con un ragazzo, forse è questa la risposta? Le mando un sms: ‘Mi dispiace per il mio no, dammi tempo perché ho paura’. ‘Con me sei al sicuro’, mi risponde.

La sera stessa ci rivediamo. Un bar sotto casa mia, la penombra newyorchese, tre ore che volano in un attimo. Mi racconta la sua prima esperienza con una donna e, mentre descrive come ha baciato la sua ex, mi bacia per farmi rivivere la scena. È la nostra prima notte insieme, le dico che non ho mai fatto l’amore con una ragazza, lei mi dice che è impossibile da credere, la serata è stupenda: ‘Ma chi sei per farmi tutto questo effetto?’, mi dice prima di andar via. Sono completamente travolta da questo incontro, mando un messaggio al mio coinquilino. ‘Ti devo dire una cosa’, mi risponde, ‘ho sempre saputo che eri lesbica’. Mi dà fastidio che gli altri lo sapessero prima di me, che possano conoscermi meglio di quanto mi conosca io. Ma è solo Julia, non sono lesbica”.

L’ultimo giorno

“Una sera infilo la mia chiavetta usb nel suo portatile per recuperare alcune delle nostre foto. Il software si apre ed ecco spiegata la sua recente freddezza: c’è una sua foto con un’altra ragazza, che bacia appassionatamente sul ponte di Brooklyn. Intorno a me tutto crolla.

Alcune settimane prima ero dovuta rientrare in Francia per un problema con il visto. Sono stata strappata dalla mia vita, dalla mia compagna. A Parigi nessuno sapeva che stavo con una ragazza. Non avevo più un soldo ma volevo a tutti i costi tornare a New York, rivedere Julia. Piangevo a tavola con i miei genitori, che non capivano perché avessi così bisogno di quei mille euro per attraversare di nuovo l’Atlantico. Nel frattempo i messaggi di Julia erano diventati meno frequenti, era meno affettuosa, meno smaniosa di stare con me. Io invece pensavo a lei in continuazione, prendevo il sole appena c’era anche solo un raggio per abbronzarmi, perché mi trovasse bella.

Arrivata a New York ci sono voluti quattro giorni per rivederla, lei è sfuggente, distante, distratta , ‘sì, sì, ci vediamo’, mi dice, ma ci vediamo poco. Mi divido tra casa sua e quella di un amico. Per me la nostra fedeltà è scontata, la amo così tanto, non desidero nessun’altra.

Controllo tutto: ci sono un centinaio di foto di lei con l’altra ragazza, altrettanti messaggi scambiati su Facebook. È orribile, vivo da lei, non so dove andare. Le mando un messaggio come se tutto fosse normale: ‘Dove sei? Ho preparato la cena’. ‘Non torno a dormire’. Vado avanti e indietro nel suo appartamento, chiamo un amico. ‘Devi andare via e non devi lasciare nulla. Nessuna scusa per tornare, nessun orecchino dimenticato sul comodino per rivederla. Vai via e basta’, mi ordina.

Il giorno dopo è il peggiore della mia vita, raccolgo tutte le mie cose. Piango con lo zaino in spalla in metropolitana. Lei nel frattempo torna a casa, mi chiama mille volte, questa grande seduttrice cerca di farmi credere che non è come penso. Io sono troppo buona, troppo stupida, è finita. Le scrivo che ho capito il suo gioco, chi è davvero, che non voglio più vederla e che il mio dolore è proporzionale al mio amore.

Nella mia testa rivivo tutta la nostra storia, rivedo le cose che all’epoca non volevo vedere. E mi faccio questa terribile domanda: cosa c’è stato di vero? Ho visto un’automobile rossa quando tutti ne vedevano una verde, ma allora qual è il suo vero colore? Quello che vedo io o quello che vedono gli altri? Il mio amore o la sua infedeltà? Dietro la rabbia e il tradimento, Julia mi ha anche aiutato a capire me stessa, mi ha permesso di scoprirmi sessualmente, di soffrire, ma anche di crescere”.

(Traduzione di Andrea De Ritis)

Amore che vieni, amore che vai è una serie del quotidiano francese Le Monde che racconta il primo e l’ultimo giorno di una storia d’amore. Qui ci sono tutte le puntate.

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