Potresti dare un saggio consiglio a mia figlia Camilla (lettrice indiretta della tua rubrica) che deve fare gli orali della maturità? Ci basta anche un in bocca al lupo! –Gilberto
“E quando mai a 18 anni mi ricapita l’occasione di poter parlare davanti a sei, sette adulti, che stanno in silenzio ad ascoltarmi? Sinceramente del voto finale m’interessa davvero poco: per una volta vorrei semplicemente essere guardato. Non dico compreso, non pretendo troppo. Ma visto sì. Per quello che sono, e non per quello che vorrebbero che fossi”. A parlare è Marcello, un liceale bolognese. Il giornalista Federico Taddia, che ha raccolto le sue parole per La Stampa, commenta così: “Ha ancora un senso l’esame di stato? Be’, la risposta di Marcello appare come un piccolo manifesto di cosa sia e di cosa potrebbe essere la maturità oggi. Non un mero esame da superare e basta quindi, ma una sorta di palco dove il pubblico finalmente è il mondo dei grandi”. I commenti sui social sono divisi. C’è il filone di chi loda il ragazzo come fa Maria Grazia, che scrive: “Dipende tutto da te, mostrare i tuoi talenti se ne hai, i tuoi progetti, la voglia di relazionarti con gli altri in modo rispettoso e costruttivo e credere fortemente nel futuro”; e chi invece lo accusa di vittimismo come fa Franca, che scrive: “Ecco appunto. Un’esibizione, come tutto il resto oggi. Piagnistei e narcisismo”. Cara Camilla, scegli tu se per te questo esame è solo un compendio di quello che hai studiato negli anni delle superiori o se invece vuoi far emergere qualcosa di più personale. Da parte mia, ti mando un grande in bocca al lupo.
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Questo articolo è uscito sul numero 1620 di Internazionale, a pagina 16. Compra questo numero | Abbonati