“Singolare” potrebbe essere un buon concetto per accostarsi a Enigmistica, disco autoprodotto della musicista palermitana Simona Norato, che prima ha fondato i F-male croix nel 2001, poi ha pubblicato La fine del mondo (2015) e Orde di brave figlie (2018). Le molte collaborazioni in veste di pianista e polistrumentista (Antonio Di Martino, Cesare Basile, Iosonouncane, Diodato) confermano il suo istinto alla fuga da sola, e le sue sono fughe solitarie anche per i linguaggi e le forme che sceglie di usare (qui è accompagnata da violoncelli, sax e tromboni, ma è sempre lei a dominare). È un po’ una falsa musica da camera che guarda al futuro con grande attenzione alla parola agitata.

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Pater noster, per esempio, mette in musica un testo di Jacques Prévert: “Padre nostro che sei nei cieli restaci, e noi resteremo sulla terra”, con una pausa necessaria prima di “restaci”, come in quei numeri di cabaret in cui la parola-assalto viene caricata prima di ferire. Dark cabaret mediterraneo ma neanche troppo, nel disco resta una tempra severa, che esige molto da se stessa senza vessare chi ascolta. Big babol senza fine piacerebbe alle lettrici della Figlia prodiga di Alice Ceresa per il suo ironico assetto anti-patriarcale, ma è tutto il disco a riservare sorprese, come nella splendida Zhì in tre atti musicali, fino alla convergenza con Laurie Anderson in From the air, prima versione italiana del brano di Big science. È un adattamento basato sulla comune sensibilità per la parola che istruisce senza predicare, e senza dimenticarsi l’assalto ai sensi tramite una strumentazione brutale quanto raffinata. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1618 di Internazionale, a pagina 98. Compra questo numero | Abbonati