Vero. “Ogni notte ci svegliamo dalle tre alle sei volte, ma bisogna rimanere svegli per almeno cinque minuti per poterlo ricordare”, spiega l’esperto del sonno James Wilson. “Gli esseri umani sono predatori che si sono evoluti, nessuno dorme ininterrottamente. Quando ci addormentiamo e ci svegliamo, infatti, l’udito è l’ultimo senso a spegnersi e il primo ad attivarsi”. Tra i motivi che interrompono il sonno ci sono gli spasmi e le contrazioni involontarie degli arti. La loro frequenza può essere influenzata da diversi fattori, come il ciclo mestruale o il consumo eccessivo di alcol. “Ma muoversi di notte”, commenta Wilson, “non è dannoso di per sé”. Lindsay Browning, autrice di Navigating sleep­lessness, aggiunge che avere qualche piccolo spasmo e degli occasionali movimenti corporei è del tutto normale. Tuttavia, se ci si muove molto, “la qualità del sonno può essere gravemente compromessa”. Per esempio le persone che soffrono del disturbo da movimenti periodici degli arti, caratterizzato da reiterate contrazioni di gambe e braccia (ogni 20-40 secondi), hanno un sonno molto frammentato e riportano sonnolenza diurna. “Se un bambino ha cinque o più movimenti degli arti in un’ora (o se un adulto ne ha più di quindici)”, spiega Browning, “potrebbe avere un disturbo del sonno”. The Guardian

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Questo articolo è uscito sul numero 1566 di Internazionale, a pagina 116. Compra questo numero | Abbonati