Stando a quel che avrebbero detto gli ufficiali russi catturati in Ucraina l’offensiva estiva di Mosca gli sarebbe stata presentata come “un ultimo sforzo”. Vladimir Putin sarebbe intenzionato a spezzare il morale ucraino e a strappare una vittoria dopo più di tre anni di guerra. E sembrerebbe anche disposto a pagarne il prezzo: secondo il nuovo modello di analisi usato dall’Economist il bilancio giornaliero delle vittime russe è più alto che in qualsiasi altro momento del conflitto.
Né la Russia né l’Ucraina forniscono un conteggio ufficiale delle loro perdite. Ma l’analisi quotidiana fatta dall’Economist offre alcuni indizi. I dati satellitari e i cambiamenti nelle aree ucraine sotto controllo di Mosca suggeriscono quando i combattimenti si intensificano. Tutte informazioni in linea con più di duecento stime affidabili delle vittime fatte da governi occidentali e ricercatori indipendenti. Per la prima volta, combinando questi dati possiamo ricostruire una cifra attendibile di morti giornalieri, o una stima delle stime.
La nostra analisi suggerisce che fino al 9 luglio le vittime russe dall’inizio della guerra sono state tra 900mila e 1,3 milioni, inclusi circa 190mila–350mila morti. Altre fonti stimavano le vittime totali sopra il milione alla fine di giugno. I nostri numeri suggeriscono che circa 31mila russi potrebbero essere stati uccisi nell’offensiva estiva, cominciata seriamente il 1 maggio.
Per elaborare una stima paragonabile e aggiornata per l’Ucraina ci sono troppi pochi dati. Tuttavia, un elenco di morti e dispersi presente sul sito Ualosses implica che tra i 73mila e i 140mila soldati ucraini siano morti dall’inizio dell’invasione.
L’aumento del numero di morti russi è il risultato delle manovre sul campo. I dati satellitari che abbiamo analizzato suggeriscono che i russi stanno avanzando a uno dei ritmi più veloci degli ultimi due anni. Nelle ultime settimane l’Ucraina ha subìto alcuni dei bombardamenti più pesanti del conflitto. Nelle prime ore del 9 luglio la Russia ha usato 700 droni, per lo più contro Lutsk, una città vicina al confine con la Polonia.
L’Ucraina sta ancora resistendo a una potenza di gran lunga più forte. Nonostante l’offensiva estiva e i ritardi nelle consegne di armi da parte degli Stati Uniti, la Russia non può contare su molti progressi. L’offensiva attuale riesce a conquistare solo 15 chilometri quadrati al giorno, più o meno le dimensioni dell’aeroporto di Los Angeles, negli Stati Uniti. Nell’ultimo anno ha guadagnato appena 0,038 chilometri quadrati per ogni soldato morto.
Anche avanzando al ritmo più veloce degli ultimi trenta giorni, ci vorrebbero altri 89 anni per sottomettere tutta l’Ucraina. Conquistare le parti non occupate delle quattro regioni che Putin rivendica — Luhansk, Donetsk, Cherson e Zaporižžja — richiederebbe fino a febbraio 2029.
Eppure Putin non sembra lasciarsi scoraggiare. Le sue forze armate stanno arruolando da 10mila a 15mila soldati in più al mese rispetto all’Ucraina, attirando i russi con generosi premi in denaro invece di fare affidamento sulla coscrizione, che ora agita l’Ucraina.
Il 7 luglio Donald Trump ha annunciato che gli Stati Uniti riprenderanno l’invio di armi all’Ucraina. “Devono potere difendersi”, ha detto. “Ora stanno subendo attacchi molto duri”. Continueremo a monitorare i combattimenti e il bilancio delle vittime che tutto questo implica.
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