La comunista Jeannette Jara e l’ultraconservatore José Antonio Kast si sfideranno il 14 dicembre nel secondo turno delle elezioni presidenziali in Cile dopo essere arrivati ai primi due posti il 16 novembre.

Jara, candidata della coalizione di centrosinistra al potere, ha ottenuto il 26,85 per cento dei voti al primo turno, contro il 23,92 per cento di Kast, con più del 99 per cento delle schede scrutinate.

“Questi risultati sono una pessima notizia per Jara”, ha dichiarato all’Afp Rodrigo Arellano, analista politico dell’Università dello sviluppo del Cile. “Le proiezioni del suo team la davano a più del 30 per cento”, ha aggiunto, sottolineando che “in totale i candidati di destra ed estrema destra hanno ottenuto più del 50 per cento dei voti”.

Ancora prima di conoscere l’esito del primo turno, i sondaggi prevedevano una sconfitta di Jara al secondo turno contro qualsiasi candidato di destra o estrema destra.

Per la prima volta dalla fine della dittatura di Augusto Pinochet, nel 1990, la destra radicale potrebbe quindi tornare al potere in Cile.

Jara, ex ministra del lavoro, aveva esortato gli elettori a evitare che l’aumento della criminalità li spingesse verso la destra. “Non lasciate che la paura indurisca i vostri cuori”, aveva affermato, aggiungendo che “proporre misure sempre più radicali non è la risposta giusta alla criminalità”.

“Ricostruiremo il paese”, ha dichiarato invece Kast davanti ai suoi sostenitori a Santiago dopo l’annuncio dei risultati. “Oggi l’opposizione ha sconfitto un governo fallimentare, ma l’unica vittoria che conta davvero sarà chiudere le frontiere ed eliminare la criminalità e il narcotraffico”.

L’estrema destra era rappresentata anche dal deputato libertario Johannes Kaiser, che ha ottenuto il 13,94 per cento dei voti e ha subito fatto sapere che sosterrà Kast.

Kaiser è arrivato quarto, preceduto anche dall’economista Franco Parisi, a capo di una formazione populista di destra, che ha ottenuto il 19,71 per cento dei voti.

La candidata della destra tradizionale Evelyn Matthei ha ottenuto il 12,46 per cento dei voti.

Anche se il Cile rimane uno dei paesi più sicuri del continente, la criminalità è aumentata in modo significativo. Negli ultimi dieci anni il tasso di omicidi è passato da 2,5 a 6 ogni 100mila abitanti, e nel 2024 sono stati registrati 868 rapimenti, con un aumento del 76 per cento rispetto al 2021.

L’ondata di violenza ha vanificato le aspirazioni al cambiamento che nel 2022 avevano portato al potere il presidente di sinistra Gabriel Boric, che durante il suo mandato aveva cercato, senza successo, di far adottare una nuova costituzione in sostituzione di quella ereditata da Pinochet.

Kast, 59 anni, per la terza volta candidato alla presidenza, si è impegnato a espellere i più di 300mila immigrati irregolari presenti nel paese, in maggioranza venezuelani. Vorrebbe anche costruire dei muri al confine, rafforzare la polizia e inviare l’esercito nelle zone ad alta criminalità.