Il 17 novembre l’ex premier in esilio Sheikh Hasina, 78 anni, è stata condannata a morte per aver ordinato la repressione delle manifestazioni antigovernative che avevano portato alla sua caduta nell’estate 2024. Hasina ha reagito denunciando un “processo politico”.
Al termine di un processo durato cinque mesi, un tribunale della capitale Dhaka ha riconosciuto Hasina colpevole di crimini contro l’umanità, e in particolare di aver ordinato omicidi di manifestanti.
“Dato che sono presenti tutti gli elementi dei crimini contro l’umanità, abbiamo deciso di condannare Hasina a morte”, ha dichiarato il giudice Golam Mortuza Mozumder.
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Dall’esilio in India, dov’era fuggita nel 2024, Hasina ha denunciato “una sentenza politicamente motivata emessa da un tribunale illegale, nominato da un governo non eletto e senza alcun mandato democratico”.
Secondo le Nazioni Unite, almeno 1.400 persone erano morte nell’estate 2024 nella repressione delle manifestazioni antigovernative che avevano spinto Hasina a lasciare il paese dopo quindici anni al potere.
In un paese caratterizzato da forti tensioni politiche, e già proiettato verso le elezioni legislative del febbraio 2026, la decisione del tribunale era molto attesa.
Il mese scorso il rappresentante dell’accusa Tajul Islam aveva chiesto la pena di morte per Hasina.
“Per un semplice omicidio, la pena di morte è la regola. Per 1.400 omicidi ci vorrebbero 1.400 condanne a morte”, aveva dichiarato in aula. “Hasina è una criminale e non ha mai espresso rimorso per le sue azioni”.
In un comunicato pubblicato il 17 novembre, Hasina ha respinto le prove contro di lei, in particolare le registrazioni in cui autorizzava l’uso di “armi letali” contro i manifestanti.
“Le registrazioni sono frammentarie ed estrapolate dal contesto. In realtà il mio governo ha fatto tutto il possibile per ridurre al minimo le perdite di vite umane”, ha affermato.
Hasina ha anche colto l’occasione per attaccare il governo ad interim guidato dal premio Nobel per la pace Muhammad Yunus, denunciando l’esclusione dalle prossime elezioni del suo partito, la Lega Awami.
“Usano la Lega Awami come capro espiatorio per distogliere l’attenzione dai loro fallimenti”, ha dichiarato.
All’opposizione durante il governo Hasina, il Partito nazionalista del Bangladesh (Bnp) è considerato il grande favorito del voto.