Almeno 172 decessi legati al colera sono stati registrati in una settimana in Sudan, ha annunciato il 27 maggio il ministero della salute. L’epidemia è strettamente legata alla guerra civile in corso.

“Il Centro federale per le operazioni di emergenza ha registrato un netto peggioramento dell’epidemia di colera, con 2.729 contagi e 172 decessi in una settimana”, ha affermato in un comunicato.

Il 90 per cento dei nuovi contagi è stato registrato nello stato della capitale Khartoum.

Nelle prime tre settimane di maggio il colera aveva causato 51 morti, secondo un precedente bilancio.

Il terzo paese più grande dell’Africa è insanguinato dall’aprile 2023 da una guerra civile tra l’esercito, guidato dal capo della giunta militare Abdel Fattah al Burhan, e i paramilitari delle Forze di supporto rapido (Rsf), guidate da Mohamed Hamdan Dagalo. Il conflitto ha causato decine di migliaia di morti e circa tredici milioni di sfollati, mentre la crisi umanitaria in corso è una delle più gravi della storia recente.

Prima della loro ritirata la settimana scorsa, le Rsf avevano condotto vari attacchi con i droni nello stato di Khartoum, colpendo in particolare tre centrali elettriche e privando la capitale della corrente.

Secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari (Ocha), il 90 per cento delle stazioni di pompaggio dell’acqua è ancora fuori servizio.

“Senza elettricità gli impianti per il trattamento delle acque del Nilo non possono funzionare”, aveva dichiarato il 23 maggio Slaymen Ammar dell’ong Medici senza frontiere (Msf).

“Il mancato trattamento delle acque è la causa principale dell’epidemia in corso”, ha spiegato all’Afp un medico di un ospedale di Omdurman.

Il colera è endemico in Sudan, ma l’epidemia è stata aggravata dal collasso delle infrastrutture sanitarie e delle reti di approvvigionamento idrico causato dalla guerra.