Il 17 ottobre si celebra la giornata internazionale per l’eliminazione della povertà. Riconosciuta dalle Nazioni Unite, è poco efficace come altre ricorrenze simili. Anche perché, come si legge in uno studio degli economisti Pietro Galeone e Luca Privinzano, non sappiamo neppure quanti siano i poveri in Europa.
Secondo Eurostat, nel 2022 nell’Unione europea c’erano 95,3 milioni di persone a rischio povertà o esclusione sociale, un quinto della popolazione. Ma non abbiamo idea di quanti siano i più poveri, cioè i senza dimora. Ci sono criteri diversi tra i vari paesi e contarli è molto difficile. C’è una stima di 693mila persone.
Come osservano Galeone e Privinzano, la povertà poi ha mille forme. Quella più insidiosa è la povertà educativa: chi non acquisisce competenze oggi, sarà disoccupato e quindi probabilmente povero domani. Avere dati affidabili, a livello nazionale ed europeo, è il primo passo per immaginare politiche efficaci, con effetti prevedibili e misurabili. Per non sprecare soldi e per aiutare davvero. In Italia, dopo anni di polemiche sul reddito di cittadinanza, invece i poveri sono tornati invisibili per la politica e i mezzi d’informazione. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1584 di Internazionale, a pagina 104. Compra questo numero | Abbonati