La strada si ferma qui. La frontiera norvegese è a due chilometri verso ovest passando per la foresta. Ormai è da molto tempo che a Bastnäs, in Svezia, non vive più nessuno e in questo giorno feriale di settembre il silenzio è rotto solo dal mormorio del vento. Ma dentro un caravan con targa tedesca, fermo nel parcheggio realizzato da poco, si sta preparando da mangiare. Johanna e Konrad Scheller, originari della Turingia, viaggiano in compagnia del figlio Bruno di tre anni. “Nella mia regione, in Germania, l’industria automobilistica è molto presente e ci sono molte fabbriche. Qui in un certo senso siamo al capolinea di queste auto”, spiega Konrad.
Un po’ più lontano una donna lancia un urlo di gioia. Maria Lindberg, di Hörby, città della Scania (una provincia della Svezia), ha trovato tra gli abeti un altro rottame. “Per me vedere tutte queste auto abbandonate, sentire l’odore di olio lubrificante è come una di madeleine di Proust”, dice la donna. È venuta con suo marito Krister in auto percorrendo 510 chilometri: “A Bastnäs si va in giro cercando d’indovinare i modelli e ci si commuove vedendo dei vecchi maggiolini”. Questo deposito di rottami, ribattezzato “cimitero delle auto” ospita più di ottocento veicoli in condizioni di avanzato deterioramento. La natura è sul punto di riprendersi quello che le è stato tolto in passato: un uccello si è sistemato nel cruscotto di una Ford Anglia, mentre le felci prosperano nell’abitacolo di una Volvo PV444. “È un po’ come vedere la superpotenza della natura”, dice divertito Gunnar Henriksson, membro del Töcksfors car club, che gestisce il “cimitero” di Bastnäs e che organizza delle visite guidate. Il club ha creato un parcheggio con dei tavoli, dei bagni chimici e dei cartelli. Il comune ha promesso che parteciperà alle spese e si pensa alla creazione di veri e propri bagni e a un accesso per le persone con disabilità.
Le crepe della modernità
Questa estate ci sono stati più di 24mila visitatori, anche se nessuno conosce le cifre esatte visto che l’ingresso è libero. Ma tutti sono d’accordo nel ritenere che il vecchio deposito di rottami sia una delle destinazioni principali del comune di Årjäng. “Bastnäs è un cimitero di auto unico nel suo genere ed è diventato anche un luogo di incontri culturali”, spiegano all’ufficio del turismo.
Già vent’anni fa un conservatore del museo del Värmland parlava di un “luogo magico”, che dava l’impressione di entrare in un parco di sculture. Nel libro fotografico Kärlek till en skrot (Un amore di rottame) il fotografo Staffan Ekengren racconta che una troupe cinematografica norvegese ha usato questo posto come scenografia per il trailer di un film horror, e sempre qui sono stati realizzati dei servizi fotografici con delle modelle. Inoltre, vi avrebbero trovato ispirazione i designer della Saab e della Volvo e alcuni studenti dell’Accademia di belle arti ci sarebbero venuti a dipingere acquarelli. Probabilmente sono state scattate anche delle foto di nudo. Sui social network la scenografia di Bastnäs è paragonata a quella della serie apocalittica The last of us (adattamento televisivo dell’omonimo videogioco che mette in scena un’umanità distrutta da un fungo parassita).
Può essere considerato un bene culturale? Christian Runeby, responsabile edifici e paesaggi presso l’Ente svedese per il patrimonio nazionale, ritiene che “è difficile inserirlo nell’attuale regime di conservazione: da un punto di vista temporale più un sito è recente più è difficile proteggerlo. La grande sfida è quindi prendersi cura di questi luoghi prima che sia troppo tardi”. Staffan Appelgren, professore di socioantropologia a Göteborg, parla di “ruin porn” (pornografia delle rovine) e cita il libro di Michael Thompson, Rubbish theory: the creation and destruction of value, a proposito delle cose senza valore che finiscono per averne uno: “C’è un forte interesse per i luoghi abbandonati dove la modernità mostra le proprie crepe. Diventano una sorta di premonizione apocalittica che ci permette di lavorare su quello che ci aspetta”.
Gunnar Henriksson, docente di chimica del legno all’Istituto reale di tecnologia, spiega che per Bastnäs sono state prese delle misure di protezione culturale e ambientale. Inoltre è stato avviato un progetto e una collaborazione con l’università di Karlstad. L’ultima parola, però, spetterà a Tomas e Pia Ivansson, i proprietari del terreno nel bosco. Sono i figli di Rune Ivansson, che insieme al fratello Tore ha gestito l’officina e il cimitero fino agli anni ottanta. I due fratelli si erano trasferiti qui per una ragione molto semplice. Dopo la seconda guerra mondiale in Norvegia la domanda di auto era molto cresciuta, ma le tasse doganali erano alte. Tuttavia se un’auto era importata in più pezzi, era esonerata dal pagamento di queste tasse. Così Rune e Tore smontavano le auto. Una piccola strada attraversava la foresta fino alla vicina Norvegia.
Per ora non si sa cosa faranno i due eredi con queste vecchie carcasse. A quanto pare vogliono preservare la foresta. “Tutti i giorni, dopo la scuola, facevo un giro da queste parti. È un posto a cui sono molto affezionato”, dice Tomas Ivansson.
“Gli ispettori per la tutela ambientale ci hanno chiesto quale fosse il luogo più indicato per prelevare un campione di terra”, prosegue. “In passato svuotavano i serbatoi di benzina direttamente sull’erba. È evidente che il terreno è inquinato, ma bisogna occuparsene o lasciar fare alla natura? C’è sempre qualcuno che cerca di fare polemica, ma per altri questo è una sorta di paradiso. Un fotografo danese ci ha appena chiamato per chiederci se era possibile affittare il sito, con l’idea di fare delle foto pubblicitarie per una grande azienda”. ◆ adr
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Questo articolo è uscito sul numero 1621 di Internazionale, a pagina 72. Compra questo numero | Abbonati