Lo stato di Israele – governato dall’estrema destra – sta sterminando un popolo e facendo a pezzi il Medio Oriente. Né l’uccisione di più di duecento giornalisti palestinesi né il divieto di accesso ai mezzi d’informazione stranieri alla scena del crimine né la sistematica autocensura della maggior parte dei giornali e tv occidentali sono bastati a coprire l’orrore.

Ora dopo ora, le bombe cadono ovunque nella Striscia di Gaza. Intere famiglie decimate, quasi tutti gli ospedali fuori uso, i bambini amputati senza anestesia, le tende bruciate, le persone che corrono a soccorrere i feriti colpite a bruciapelo, i sopravvissuti condannati a non poter recuperare i corpi dei loro cari, una nave carica di aiuti bersagliata da droni israeliani al largo di Malta. Ogni cautela nel linguaggio ormai equivale a una cecità volontaria.

Nel frattempo, il regime israeliano occupa le alture del Golan e il sud del Libano. Dal 27 novembre 2024 ha violato il cessate il fuoco in Libano 1.500 volte. In Siria, appena liberata da mezzo secolo di sanguinosa tirannia, l’esercito è stato distrutto da quello israeliano senza che nessuno dicesse una parola. L’aviazione israeliana ha attaccato la Siria quasi mille volte. Tel Aviv ha privato il nuovo regime siriano dei mezzi per affermare la propria autorità.

Israele ha preso in ostaggio la popolazione drusa siriana aggiungendo al caos il suo tentativo di sabotare le autorità. “Non ci sono ‘massacri di drusi’, ma scontri intercomunitari che il nuovo governo sta cercando di contenere”, ha scritto l’ex ambasciatore francese Gérard Araud. Così facendo, Israele sta attuando il suo piano di smembramento della regione. Non si tratta più di previsioni o ipotesi. Si tratta di osservazioni, constatazioni, fatti.

Di fronte alla storia

Se i leader politici europei continueranno ad aspettare – aspettare cosa? –, se non decideranno con responsabilità e dignità di applicare sanzioni contro Israele e interrompere le loro relazioni con questo regime incendiario, saranno tra gli imputati di fronte al tribunale della storia. Peggio: invalideranno il principio stesso dell’Europa, sottoscrivendo la fine della democrazia, il trionfo del fascismo.

Ricordiamo che l’Unione europea (Ue) ha imposto sanzioni a una trentina di paesi, proprio per gravi violazioni dei diritti umani. Il quadro giuridico per misure che sanzionino la politica del terrore esercitata da Israele esiste. Deve solo essere applicato.

“L’obiettivo è chiaramente creare le condizioni per realizzare la più grande operazione di pulizia etnica dopo la fine della seconda guerra mondiale”, ha scritto Josep Borrell, ex alto rappresentante dell’Ue per gli affari esteri. Borrell invoca un ritorno urgente al diritto internazionale, il ricorso a leve d’azione contro Israele e il rifiuto di accettare il “fatto compiuto”. Ma se c’è una potenza imbattibile in termini di decisioni unilaterali imposte con la forza, è proprio Israele.

La Francia e l’Europa devono salvare se stesse dicendo no, chiaramente e definitivamente no, a questa politica di distruzione. ◆ adg

Sophie Bessis è una storica franco-tunisina. Dominique Eddé è una scrittrice libanese. Annie Ernaux è una scrittrice francese che ha vinto il premio Nobel per la letteratura nel 2022. Christiane Taubira è una politica francese che è stata per quattro anni ministra della giustizia durante la presidenza di François Hollande.

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Questo articolo è uscito sul numero 1613 di Internazionale, a pagina 20. Compra questo numero | Abbonati