Il 13 aprile Israele ha colpito l’ultimo ospedale funzionante di Gaza, aggravando la già critica mancanza di strutture mediche nel territorio palestinese. La difesa civile, un’agenzia di soccorso della Striscia, ha dichiarato che l’attacco all’ospedale battista Al Ahli al arabi “ha distrutto il reparto di chirurgia e il sistema di generazione dell’ossigeno per le unità di terapia intensiva”. Secondo le testimonianze raccolte dall’Afp, il bombardamento è avvenuto “pochi minuti dopo l’avvertimento dell’esercito israeliano di trasferire tutti i pazienti”. I missili hanno colpito l’edificio principale di accoglienza, danneggiando reparti essenziali come il pronto soccorso, il laboratorio e la farmacia, ha riferito l’agenzia di stampa Wafa. I testimoni hanno raccontato che l’esercito israeliano ha dato al personale e ai pazienti 18 minuti di tempo per lasciare il complesso.

A causa della fuga frettolosa, le persone ricoverate sono state portate fuori al freddo e senza cure adeguate. Almeno tre di loro, tra cui un bambino, sono morte. L’ospedale era pieno di persone ferite durante il lungo assalto israeliano a Gaza. “Volevo solo riposare”, ha detto una donna che aveva accompagnato il marito in ospedale. “Per tutto il giorno avevamo sentito le urla di bambini amputati. Queste immagini possono portare una persona alla pazzia. Non possiamo neanche sederci e dormire, non ce la facciamo più”. La donna ha raccontato che mentre cercava di riposare in mezzo al caos l’esercito israeliano ha telefonato ordinando di andarsene a chi si trovava all’interno dell’ospedale. Non è stato specificato dove. “Ecco il mio messaggio al mondo che non fa nulla: dove troverete Dio? Dove sono il Qatar, gli Emirati Arabi Uniti, l’Arabia Saudita, il Kuwait, la Turchia? State tutti a guardare questa fontana di sangue. Cosa direte a Dio?”. L’esercito israeliano e i servizi segreti interni Shin bet hanno affermato, senza fornire prove, di aver preso di mira un “complesso di comando e controllo” di Hamas all’interno dell’ospedale. Israele ha colpito ripetutamente gli ospedali della Striscia dall’inizio dell’assalto all’enclave nell’ottobre 2023.

Senza medicine

Qualche giorno prima dell’attacco il ministero della sanità palestinese aveva avvertito che gli ospedali e i centri sanitari di Gaza stavano affrontando una carenza di medicinali essenziali “pericolosa e senza precedenti” a causa del blocco imposto da Israele. Il 37 per cento dei farmaci essenziali e il 59 per cento delle forniture mediche sono esauriti, così come il 54 per cento dei farmaci usati per trattare il cancro e le malattie del sangue.

Le unità di emergenza e di terapia intensiva hanno operato con trattamenti salvavita gravemente insufficienti, mentre circa 80mila pazienti diabetici e 110mila con la pressione alta non hanno più ricevuto cure. Secondo il ministero l’assedio di Israele, che impedisce l’ingresso di viveri, carburante e medicinali, crea sfide “catastrofiche” per il trattamento dei pazienti. Un precedente attacco all’ospedale Al Ahli, nell’ottobre 2023, aveva ucciso centinaia di persone scatenando le condanne internazionali.

Un medico della Mezzaluna rossa ha raccontato che si sta cercando di ridistribuire i pazienti, ma tutte le altre strutture sono sovraffollate. “Nessuna è in grado di fornire servizi medici completi, e per questo i pazienti potrebbero morire”. Il medico ha invitato tutti i gruppi per la difesa dei diritti umani e sanitari a essere “solidali e a sostenere” le organizzazioni mediche di Gaza. “La salute di un civile, in primo luogo, dovrebbe essere assicurata fornendo sicurezza”. ◆ fg

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Questo articolo è uscito sul numero 1610 di Internazionale, a pagina 18. Compra questo numero | Abbonati