Il 27 marzo un jet privato è atterrato all’aeroporto londinese di Luton con un carico insolito e delicato: 18 testi antichi della Biblioteca nazionale Vittorio Emanuele III di Napoli. I papiri erano diretti al Diamond light source, un acceleratore di particelle vicino a Oxford, dove un gruppo di ricercatori ha usato i raggi x per svelarne il contenuto.
La missione rientra nell’imponente progetto di lettura dei “papiri di Ercolano”, bruciati e sepolti nell’eruzione del Vesuvio nel 79 dopo Cristo, che nel 2024 ha consentito di decifrare uno dei testi con l’aiuto dell’intelligenza artificiale. Questo risultato “è un sogno che si avvera”, dice l’informatico Brent Seales dell’università del Kentucky a Lexington, che tenta di leggere i papiri da vent’anni.
A una prima occhiata delle scansioni, almeno cinque papiri mostrano quelli che sembrano chiari segni d’inchiostro, hanno riferito i ricercatori. È “molto promettente”, commenta Stephen Parsons, un collega di Seales all’università del Kentucky che partecipa al progetto, aggiungendo che decifrare i testi potrebbe essere più facile di quanto si pensasse. Un papiro scansionato nel 2024 proveniente dalla Bodleian library dell’università di Oxford sta fornendo una quantità di dati senza precedenti, e altre decine di reperti saranno esaminate in Francia a maggio.
Nel settecento, tra le rovine di una sfarzosa villa romana di Ercolano, furono rinvenuti più di 1.800 papiri carbonizzati. Anche se molti sono andati distrutti durante i passati tentativi di aprirli, ne restano comunque diverse centinaia intatte che potrebbero contenere testi sconosciuti di autori greci e romani. “Tutto quello che troviamo è una sorpresa”, dice Federica Nicolardi, papirologa dell’università di Napoli Federico II che ha accompagnato i papiri al Diamond light source.
Il viaggio faceva parte della Vesuvius challenge, la competizione ideata nel 2023 da Seales e dall’imprenditore statunitense Nat Friedman per incentivare la lettura dei rotoli di Ercolano scansionati con la tomografia computerizzata. Nel febbraio 2024 la Vesuvius challenge – di cui Parsons è coordinatore – ha assegnato 700mila dollari a un team di studenti che hanno sviluppato uno strumento d’intelligenza artificiale con cui è stato possibile leggere i primi paragrafi di un rotolo, un testo filosofico greco sulla musica e il piacere forse scritto da Filodemo di Gadara.
Ora la Vesuvius challenge si sta concentrando sull’ottimizzazione e sull’automazione delle tecniche, ha spiegato Seales, con l’obiettivo di scansionare e decifrare tutti i papiri rimasti.
Spirali di seta
Finora solo cinque reperti sono stati scansionati ad alta risoluzione, quindi un primo passo importante era raccogliere più scansioni. Nicolardi ha selezionato i papiri per questa fase, scegliendone alcuni intatti che potrebbero contenere testi completi e altri di forme diverse, appiattiti o compressi per il verso della lunghezza come una molla, per testare come gli algoritmi di apprendimento automatico se la cavano con i differenti tipi di distorsione.
Il Diamond light source è uno dei pochi sincrotroni capaci di scansionare i papiri con una risoluzione sufficientemente alta, ma il trasporto dei fragili rotoli è complesso. I ricercatori di Napoli hanno registrato la loro forma con la fotogrammetria e realizzato custodie su misura per ognuno di essi con la stampa 3d.
Alla fine di marzo i papiri sono stati scansionati con i raggi a una risoluzione di otto micrometri. Sullo schermo è comparsa la sezione trasversale in forma di spirale logaritmica, sottile come seta e di un bianco smagliante su sfondo scuro.
Ogni papiro viene scansionato in decine di segmenti i cui dati vengono poi combinati. La fase successiva è la mappatura della superficie di tutte le sezioni del papiro in modo che possa essere srotolato virtualmente in un’immagine piatta. All’inizio l’operazione era eseguita a mano e durava mesi, ma la Vesuvius challenge sta cercando di automatizzare la procedura, cosa che si è rivelata difficile soprattutto quando i vari strati di un rotolo sono schiacciati uno contro l’altro.
Negli ultimi mesi è stata introdotta una novità: il ricorso a strumenti di scansione sviluppati per individuare i collegamenti neurali, con cui mappare le fibre orizzontali e verticali dei papiri.
Nella maggior parte dei rotoli scansionati in precedenza l’inchiostro non era immediatamente visibile, perché è a base di carbonio e ha una densità simile a quella del papiro. Per vedere il primo testo, quindi, i concorrenti hanno insegnato agli algoritmi a distinguere l’inchiostro dal papiro tramite minime differenze di consistenza. Ma nel caso di un rotolo scansionato nel 2024 l’inchiostro è stato subito visibile. Sembra essere un altro testo filosofico nello stile di Filodemo, alcune delle cui parole – per esempio “sciocchi”, “avversione” e “paura” – sono state rese note a febbraio. Il grosso delle parole non è ancora leggibile, ma secondo Seales il team sta “facendo enormi progressi” che presto saranno annunciati.
Poiché l’inchiostro è visibile anche negli ultimi papiri, si spera che molti possano essere letti con relativa facilità. Nicolardi pensa che alcuni potrebbero essere in latino. La maggior parte di quelli già aperti è in greco e rimanda alla scuola filosofica di Epicuro. Alcuni rotoli un po’ più grandi, invece, sono scritti in latino e trattano una varietà di temi più ampia: ci sono passi degli Annales _di Quinto Ennio, un poema del secondo secolo avanti Cristo sui primi anni della storia di Roma, e il _Carmen de bello actiaco, che racconta le ultime ore di vita di Antonio e Cleopatra. Di questi, però, è stato possibile leggere solo alcuni frammenti. “Per la prima volta abbiamo buone probabilità di riuscire a leggere un intero rotolo in latino”, dice Nicolardi.
La papirologa sta anche passando in rassegna la collezione napoletana per scegliere i prossimi cinquanta rotoli, che saranno scansionati al Sincrotrone europeo di Grenoble. Seales spera di arrivare a cento prima della fine del 2025 e di esaminarli tutti entro il 2026.
La Vesuvius challenge è finanziata da privati, tra cui lo stesso Friedman. Grazie a due donazioni da due milioni di dollari ciascuna – una dell’imprenditore statunitense Elon Musk e l’altra di un donatore anonimo – secondo Friedman i soldi dovrebbero bastare per leggere tutti i papiri. Con altri fondi, aggiunge, si potrebbero addirittura riaprire gli scavi di Ercolano e recuperare altri rotoli, che secondo molti studiosi sono ancora sepolti lì. “Sono convinto che ci inventeremo qualcosa”. ◆ sdf
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Questo articolo è uscito sul numero 1613 di Internazionale, a pagina 103. Compra questo numero | Abbonati