La storia di Jeanne Baret è quella straordinaria di una donna coraggiosa in un’epoca, il settecento, di patriarcato e imperialismi, in cui alle donne era permesso poco. E in questo tempo di buio Jeanne Baret è una luce che illumina e mostra un cammino possibile alle donne. Il libro di Baruchello può essere definito un young adult femminista. Ma chi è Jeanne Baret? È una scienziata, una botanica, un’esploratrice. La sua passione per le piante la porterà a imbarcarsi nella spedizione del francese Louis-Antoine de Bougainville, il cui compito era invadere nuovi territori delle Americhe. Per farlo Jeanne dovrà travestirsi da uomo. È una storia quasi salgariana, ma anche una storia di dubbi e di pericoli. Infatti il corpo di Jeanne è costantemente esaminato dal resto della ciurma: è un eunuco? È una donna? Jeanne non è però l’unica protagonista. Al centro del racconto ci sono sempre le piante. Jeanne ne classifica molte ma nessuna oggi porta il suo nome. A pensarci, il nome di tante piante è legato a quello di élite maschili e coloniali. E in questo mondo che si muove Jeanne Baret. E da questa memoria di empowerment femminile, possiamo imparare molto.

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Questo articolo è uscito sul numero 1613 di Internazionale, a pagina 86. Compra questo numero | Abbonati