Il 28 aprile la penisola iberica è stata colpita da un blackout che per varie ore ha costretto sessanta milioni di persone a vivere in un mondo senza corrente elettrica, internet e telefoni cellulari. Alla fine della giornata le cause non erano ancora chiare. Il blackout ha mandato in tilt abitazioni, ascensori e semafori, ma anche infrastrutture come metropolitane, ospedali, aeroporti e ferrovie. La mancanza di corrente ha paralizzato anche le linee telefoniche e internet.
Il gestore della rete elettrica spagnola, Red Eléctrica, ha comunicato che alle 12.32 c’è stato un “blocco energetico nazionale”, cioè un’improvvisa mancanza di corrente elettrica in tutta la Spagna. A proposito delle cause, l’azienda ha fatto riferimento a una “forte oscillazione del flusso di potenza della rete”, una formula incomprensibile per la popolazione. Il governo spagnolo ha impiegato cinque ore e mezza prima di intervenire, mentre il paese era paralizzato e notizie di ogni tipo si diffondevano in Spagna e in Portogallo. Ormai sappiamo bene che nel contesto di una crisi l’assenza di comunicazioni chiare favorisce la disinformazione. Il premier Pedro Sánchez non ha escluso “nessuna ipotesi” e si è rivolto alla popolazione in due occasioni, alle sei e alle undici di sera, senza però comunicare novità sulle cause del problema.
Il blackout ha evidenziato la totale dipendenza del nostro modo di vivere dall’energia elettrica. In tutta la Spagna le operazioni chirurgiche hanno dovuto fare i conti con l’improvviso blackout. Migliaia di persone sono rimaste bloccate negli ascensori, nei tunnel della metropolitana e nei treni. Gli aerei non hanno potuto decollare. I negozi sono rimasti senza luce né comunicazioni in un momento di piena attività, a mezzogiorno di lunedì. Sono scene impensabili in un paese europeo sviluppato.
Un simile stravolgimento della vita quotidiana non si vedeva dai primi giorni della pandemia. Gran parte della popolazione spagnola è andata a dormire con una sensazione di grande fragilità di fronte alla perdita repentina e misteriosa di cose che diamo per scontate nella vita di tutti i giorni. Questa crisi elettrica aggiunge una dose preoccupante di inquietudine all’incertezza estrema degli ultimi tempi. ◆ as
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Questo articolo è uscito sul numero 1612 di Internazionale, a pagina 15. Compra questo numero | Abbonati