Una seconda ondata d’infezioni da covid-19, che avrebbe provocato altri malati e morti sconvolgendo la vita economica e sociale, era attesa. Nel Regno Unito e in altri paesi europei, tra cui Francia e Spagna, è arrivata prima del previsto. Ma si sapeva che l’inizio del nuovo anno accademico in migliaia di scuole britanniche e in più di 130 tra università e istituti che offrono diplomi di laurea avrebbe comportato nuovi rischi. Bambini e giovani, oltre a insegnanti e personale vario, hanno cominciato a mescolarsi dopo mesi trascorsi (per lo più) a casa e in piccoli nuclei familiari. Per questo si fa fatica ad accettare che non sia ancora stato disposto un sistema di test e tracciamento ampio e mirato per scuole e università.

Dopo aver giustamente deciso che la priorità era riaprire le scuole a settembre, e aver concluso, in modo discutibile, che anche gli universitari dovevano rientrare come previsto, toccava al governo rendere questi luoghi il più sicuri possibile. Invece oggi regna il caos, e gli studenti sono bombardati da messaggi contraddittori dopo che in circa quaranta università sono stati registrati dei focolai. Gli studenti e le famiglie sono arrabbiati ed è comprensibile. Anche in tempi normali, per molti di loro non è facile organizzarsi.

Il passaggio all’apprendimento online non può che essere, nel migliore dei casi, una soluzione parziale. È probabile che gli studenti non abbiano contratto il virus durante le lezioni, ma attraverso contatti sociali. Questi scambi con i coetanei sono una delle ragioni per cui la maggior parte delle persone s’iscrive all’università, e non smettono automaticamente se s’interrompono le lezioni in presenza.

Le statistiche definitive sulle iscrizioni universitarie non sono ancora note. Ma la presenza di studenti stranieri non è crollata. Dopo aver evitato lo scenario peggiore, le università devono fare di tutto per garantire agli studenti l’istruzione che meritano, oltre che rispettare le regole per proteggere tutti. Ma la principale responsabilità ricade sul governo, il cui compito è fare in modo che il sistema di test e tracciamento funzioni. Da questo dipende, oltre al presente, anche il futuro. ◆ ff

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Questo articolo è uscito sul numero 1378 di Internazionale, a pagina 19. Compra questo numero | Abbonati