“Tutto è cominciato sfogliando un vecchio album fotografico insieme a mia nonna. Mentre lo guardavamo, non riusciva a ricordare i nomi delle persone o le situazioni nelle fotografie. Mi è sembrato interessante ma anche triste. Ho cominciato a riflettere su che cosa accade quando non c’è qualcuno a raccontare le storie dietro le foto. Ho pensato alle immagini che esistono nel mondo, nei mercatini delle pulci, a cui nessuno è più legato, e ho cercato di capire come renderle importanti, far sì che tornino a dire qualcosa. Perché perdono la loro voce, perdono il loro significato”.

Amy Friend racconta così il suo lavoro con le fotografie, recuperate da vecchi album di famiglia o comprate per pochi soldi nei mercatini. L’artista è nata e cresciuta in Ontario, Canada, ma i nonni italiani, di origine friulana, sono sempre stati una presenza importante nella sua vita, oltre ad averle trasmesso un tratto identitario di cui va molto fiera.

Usa l’italiano per riferirsi a sua nonna, che in qualche modo ha ispirato la sua serie più famosa, Dare alla luce. Si tratta di una raccolta di fotografie vintage rivisitate attraverso un elaborato processo di perforazione delle immagini che le permette di retroilluminarle rendendole magiche e sognanti, e anche cariche di malinconia.

Friend confessa che l’idea della perforazione è nata per caso: “Inizialmente ho provato a ricamare sulle fotografie, pensando che se le avessi toccate, se fossero state tattili, le avrei salvate in qualche modo. Ma il ricamo non mi entusiasmava molto, anche se mi ricordava mia nonna, che ricamava spesso”. Così, dopo una serie di tentativi ed errori, ha messo a punto una tecnica con cui puntella le immagini con piccoli fori irregolari da cui fa passare fasci di luce.

Pur diverse per soggetti, formato e consistenza della carta, le opere danno vita a un progetto organico, attraversato dalla stessa nostalgica atmosfera. Sono foto scattate tra gli anni venti e quaranta del novecento. Ci sono donne in abiti da sera o in sella a un cavallo; sagome in barca e bambini che giocano. Nella foto dal titolo What did he see (Che cosa ha visto) un uomo imbraccia un fucile e punta qualcosa, non sappiamo cosa.

L’autrice incoraggia letture aperte delle opere, lascia a chi guarda la possibilità di seguire le tracce luminose alla ricerca di un significato. I soggetti a volte diventano indistinti, illuminati da puntini che sembrano lucciole. Amy Friend si affida anche a quello che trova scritto sul retro delle stampe, date e luoghi o piccole frasi appuntate, oppure le reinterpreta con titoli brevi, aperti, come Us (Noi), o If I was a time traveller (Se potessi viaggiare nel tempo).

Una prima parte di Dare alla luce era stata pubblicata nel 2017 con il titolo Stardust. Ora la casa editrice L’Artiere propone un nuovo volume che si chiama Firelight, realizzato con carte dalla grana molto leggera traforate al laser e rilegatura alla francese, che permette alle immagini di restituire quel particolare effetto luminoso anche sulla superficie delle pagine.

Il libro è stato progettato da Gianni Giulianelli ed è presentato all’interno di un cofanetto in tela, una scelta che rende l’oggetto prezioso, sempre nell’ottica di restituire valore a foto e ricordi che rischiavano di andare perduti. Tra le immagini ci sono anche due foto di famiglia dell’artista, che in questo flusso di persone e storie anonime ha voluto immortalare suo padre e suo fratello, morti qualche anno fa.

Come scrive nella presentazione del libro Laura Serani, che lo ha curato: “Il viaggio cominciato con Stardust negli anni venti continua qui e la distanza temporale che ci separa dai protagonisti, si riduce. In Firelight ormai la guerra é finita, le lunghe attese dei ritorni dal fronte sono terminate, la melanconia e gli sguardi languidi lasciano il posto ad espressioni più gaie e ad atmosfere festive. Barche a vela e piccole imbarcazioni a remi che scivolano sull’acqua raccontano le gite con i parenti e gli amici ritrovati, estate dopo estate, nelle stesse stazioni balneari. L’aria è leggera: picnic, passeggiate, cavalcate e partite di caccia si succedono mentre i bambini giocano sulla spiaggia, sotto cieli sereni. Immagini di villeggiature e di primi incontri, come presagi di fidanzamenti e vite liete”.

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