Il 17 ottobre il colonnello Michael Randrianirina si è insediato come presidente del Madagascar, pochi giorni dopo la presa del potere da parte della sua unità militare sulla scia di un’ondata di manifestazioni antigovernative, che aveva spinto alla fuga il capo dello stato Andry Rajoelina.
Randrianirina, 51 anni, dirige il Capsat, un’unità dell’esercito che nello scorso fine settimana si era unita ai manifestanti, prima di assumere il potere il 14 ottobre, dopo che l’assemblea nazionale aveva destituito Rajoelina.
“La giornata di oggi costituisce una svolta storica per il nostro paese”, ha dichiarato dopo aver prestato giuramento presso l’alta corte costituzionale nella capitale Antananarivo.
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“Lavoreremo insieme a tutte le forze vive della società civile per elaborare una nuova costituzione e avviare un percorso che condurrà a delle elezioni e a dei referendum”, ha assicurato il nuovo presidente.
Ha poi ringraziato i giovani del movimento Gen Z per essere stati in prima linea nelle proteste e ha sottolineato che l’esercito è intervenuto su richiesta dell’alta corte costituzionale per “evitare l’anarchia e il disordine”.
Tra i presenti all’insediamento c’erano militari, politici, manifestanti di Gen Z e varie delegazioni straniere, tra cui quelle degli Stati Uniti, dell’Unione europea, della Russia e della Francia, l’ex potenza coloniale.
In risposta alle critiche di una parte della comunità internazionale, comprese le Nazioni Unite, il nuovo uomo forte del Madagascar ha smentito di aver compiuto un colpo di stato.
Nei giorni scorsi si era impegnato a organizzare delle elezioni entro 18-24 mesi, e il 16 ottobre aveva assicurato che il paese “non sarà in mano a un regime militare” e che “il governo appartiene ai civili”.
“È cominciata la transizione”, ha dichiarato il 16 ottobre il ministro degli esteri francese Jean-Noël Barrot, invitando Randrianirina ad assicurare “la piena partecipazione dei civili a questo processo”.
I sostenitori di Rajoelina hanno definito illegittimo il sostegno dato dall’alta corte costituzionale al comandante del Capsat. Rajoelina, che ha guidato il Madagascar dal 2009 al 2014 e poi di nuovo a partire dal 2019, aveva lasciato il paese il 12 ottobre a bordo di un aereo militare francese, e si trova attualmente in una località sconosciuta all’estero.
Secondo un rapporto delle Nazioni Unite, almeno 22 persone erano morte e un centinaio erano rimaste ferite nella repressione delle manifestazioni antigovernative delle scorse settimane.
Il Madagascar è solo l’ultimo di una serie di ex colonie francesi passate sotto il controllo dei militari a partire dal 2020, dopo Mali, Burkina Faso, Niger, Gabon e Guinea.
Nonostante le sue ricchezze naturali, il Madagascar è uno dei paesi più poveri del mondo. Secondo la Banca mondiale, nel 2022 quasi il 75 per cento della popolazione viveva al di sotto della soglia di povertà. Il paese è inoltre al 140° posto su 180 nell’indice di percezione della corruzione di Transparency international.