Le operazioni di soccorso tra le macerie di una scuola islamica crollata poco più di una settimana fa si sono concluse il 7 ottobre, con un bilancio finale di 67 morti, hanno annunciato le autorità.

“Il bilancio finale è di 67 morti e 104 sopravvissuti”, ha dichiarato Yudhi Bramantyo, direttore delle operazioni dell’Agenzia nazionale di ricerca e soccorso.

“Le operazioni di soccorso sono terminate”, ha confermato Mohammad Syafii, il direttore dell’agenzia, durante una conferenza stampa. “Abbiamo anche finito di rimuovere le macerie”, ha aggiunto.

Il bilancio precedente, fornito la sera del 6 ottobre, era di 63 morti. In mattinata uno dei soccorritori aveva riferito che c’erano ancora dei dispersi.

Finora solo 17 vittime sono state identificate, ha affermato la polizia.

La scuola islamica Al Khoziny a Sidoarjo, sull’isola di Java, era crollata il 29 settembre mentre gli studenti partecipavano alla preghiera pomeridiana.

Si è trattato della catastrofe con più vittime in Indonesia dall’inizio dell’anno, ha affermato il 6 ottobre Budi Irawan, vicedirettore dell’Agenzia nazionale per la gestione delle catastrofi (Bnpb).

La giustizia indonesiana ha aperto un’inchiesta per stabilire le cause del crollo dell’edificio, dov’erano in corso dei lavori. In base alle prime informazioni disponibili, non sarebbero state rispettate le regole.

Il 29 settembre uno dei custodi della scuola, Abdus Salam Mujib, aveva riferito che il crollo si è verificato mentre alcuni operai stavano gettando il cemento per costruire un piano aggiuntivo.

Il mancato rispetto delle regole di costruzione è un problema molto diffuso in Indonesia.

All’inizio di settembre tre persone erano morte nel crollo di un edificio che ospitava una sala di preghiera nella parte ovest di Java. Nel 2022 un mercato di tre piani era crollato sull’isola del Borneo, causando la morte di cinque persone. Nel 2018, 75 persone erano rimaste ferite nel crollo di un mezzanino dell’edificio della borsa di Jakarta.