Il 1 luglio alcuni gruppi jihadisti hanno condotto una serie di attacchi coordinati contro le postazioni dell’esercito maliano in varie città nell’ovest del paese, mentre aumentano le violenze nel Sahel.

L’esercito maliano ha riferito in un comunicato di “attacchi coordinati condotti nelle prime ore del mattino contro le postazioni delle Fama (le forze armate del Mali, ndr) in sette città: Kayes, Niono, Molodo, Sandaré, Nioro, Diboli e Gogui”.

A metà giornata gli attacchi sono stati rivendicati dal Gruppo di sostegno all’islam e ai musulmani (Gsim). “Abbiamo assunto il controllo di tre caserme e di decine di postazioni militari nel corso di attacchi a Niono, Diboli, Sandaré, Gogui, Kayes e Nioro, e abbiamo sparato colpi d’artiglieria contro la caserma di Molodo”, si legge nel comunicato.

Al momento l’Afp non è in grado di confermare le informazioni e non è disponibile un bilancio delle vittime.

Il 1 e il 2 giugno i miliziani del Gsim avevano già condotto due grandi attacchi contro l’esercito maliano, prima nel centro del paese e poi a Timbuctù (nord).

Il 1 giugno avevano preso d’assalto una zona militare a Boulikessi, causando la morte di almeno trenta soldati maliani. Il 2 giugno avevano attaccato una base militare a Timbuctù e lanciato granate contro l’aeroporto della città.

Dal 2012 il Mali deve affrontare la violenza dei gruppi jihadisti legati ad Al Qaeda e al gruppo Stato islamico.

Nelle ultime settimane i gruppi armati jihadisti hanno intensificato i loro attacchi nel Sahel. Centinaia di soldati sono stati uccisi in Mali e in Burkina Faso dal Gsim, legato ad Al Qaeda, e in Niger dal gruppo Stato islamico nel Sahel.

Le giunte militari dei tre paesi erano arrivate al potere in seguito a colpi di stato con la promessa di ripristinare la sicurezza, ma per ora faticano a contenere l’avanzata dei gruppi jihadisti.

Hanno unito le forze formando l’Alleanza degli stati del Sahel, voltando invece le spalle alla Comunità economica degli stati dell’Africa occidentale (Cédéao/Ecowas) e alle potenze occidentali impegnate nella lotta contro i gruppi jihadisti.

Secondo uno studio del Timbuktu institute, un centro studi con sede a Dakar, il Gsim sta anche cercando d’insediarsi in Senegal e in Mauritania, partendo dal Mali.