Il 24 giugno la giustizia tedesca ha revocato il divieto di pubblicazione della rivista di estrema destra e filorussa Compact, deciso meno di un anno fa dal governo per “incitamento all’odio”.

“Nonostante alcuni contenuti incostituzionali, non ci sono i presupposti per un divieto”, ha affermato il tribunale amministrativo di Lipsia, sottolineando che alcune posizioni assunte da Compact possono essere considerate “esagerate ma ammissibili”.

Nel luglio 2024 il governo all’epoca guidato da Olaf Scholz aveva vietato il mensile, fondato nel 2010, che ha una tiratura di 40mila copie e un canale YouTube (Compact tv) con 515mila iscritti.

Secondo il ministero dell’interno, all’epoca diretto dalla socialdemocratica Nancy Faeser, Compact alimentava “l’odio contro gli ebrei e gli immigrati”.

Il divieto era stato duramente criticato dal Cremlino.

Compact aveva presentato ricorso e il divieto era stato sospeso in attesa della decisione del tribunale.

Già nel 2021 la casa editrice del mensile era stata classificata dai servizi di sicurezza tedeschi come “estremista, nazionalista e ostile alle minoranze”.

Compact ha reagito alla sentenza definendola “uno schiaffo per Nancy Faeser”.

In base alla legislazione tedesca, il ministero dell’interno può vietare associazioni e mezzi d’informazione le cui attività sono considerate in conflitto con i princìpi fondamentali della costituzione.

La libertà di stampa è un pilastro della democrazia tedesca, ma alcuni mezzi d’informazione erano già stati vietati in passato.

Nel gennaio 2016 Altermedia Deutschland, considerato “il principale portale web di estrema destra nello spazio germanofono”, era stato vietato perché diffondeva “commenti xenofobi e razzisti orribili”.