Il partito Alternative für Deutschland (Afd) è di estrema destra e incompatibile con l’ordine democratico: lo sostiene un rapporto dell’ufficio federale per la difesa della costituzione, i servizi segreti interni tedeschi, reso noto il 2 maggio. Nel corso degli ultimi dieci anni il processo di radicalizzazione compiuto dal partito e dai suoi elettori, costantemente in aumento, è stato evidente. È una tendenza che contraddice un principio valido all’epoca della Germania Ovest: più un partito di destra si mostra radicale, più perde consensi. Con l’Afd succede l’esatto contrario: ogni passo verso una radicalizzazione è stato premiato nelle urne.
A questo meccanismo ha contribuito anche il tanto evocato centro, che per molti anni si è mostrato così politicamente accondiscendente verso gli elettori e i sostenitori dell’Afd da normalizzare del tutto il partito, almeno nella Germania orientale.
Scendere a patti sui contenuti non è servito a niente: neanche un elettore o un sostenitore dell’Afd è stato riconquistato. E ora dovrebbero farlo i servizi segreti?
La questione decisiva è una: il rapporto dell’intelligence avrà effetti concreti? Dubitarne è lecito. Basta riavvolgere il nastro della normalizzazione politica del partito. Non si tratta solo di smettere di invitare i suoi politici ai talk show, ma di escluderli stabilmente dalle commemorazioni delle vittime del nazionalsocialismo e anche da comitati consultivi, organi di vigilanza e consigli di amministrazione di emittenti televisive e istituzioni culturali ed educative, dove sono entrati grazie ai successi elettorali. Insomma, l’Afd andrebbe accompagnato senza troppi complimenti alla porta perché incostituzionale.
A livello delle amministrazioni comunali – ma anche dei parlamenti di alcuni land orientali – si dovrebbe mettere fine alla cooperazione con l’Afd, mentre a livello dei contenuti si dovrebbe tracciare una netta linea di demarcazione che divida i partiti dell’arco costituzionale dall’estrema destra. Bisognerebbe impedire che esponenti dell’Afd presiedano commissioni ed evitare che le sue mozioni abbiano l’appoggio di altri partiti, sia nei consigli comunali sia nel Bundestag. In sintesi, all’Afd andrebbe riservato lo stesso trattamento che hanno ricevuto altri partiti di estrema destra: vanno considerati estremisti e ostracizzati. Ma sarà possibile, dopo che per anni l’Afd si è dato da fare per mascherare da “buon senso” quelle che in realtà erano posizioni di estrema destra? Con tutta probabilità no. In alcune zone della Germania orientale l’Afd ha il 30 per cento dei consensi, ed è molto influente. Chi parla della necessità di prendere le distanze si sente spesso rispondere che a livello locale l’Afd è un partito come tanti altri.
Non sarà certo un parere espresso da una misteriosa autorità con sede nella remota città di Colonia a intaccare la vicinanza abituale e perciò anche politica che si respira nella Germania orientale tra l’Afd e parti dell’Unione cristianodemocratica (Cdu, centrodestra), del partito Liberi elettori (centrodestra) o perfino con politici socialdemocratici, della Linke o dei Verdi. Nella Germania orientale, l’Afd riesce nell’impresa di portare avanti un programma di estrema destra, presentandosi allo stesso tempo come partito innocuo. E ormai non più solo a est.
Non cedere terreno
A cosa può servire, allora, il parere dei servizi segreti? Ormai è da un pezzo che l’Afd è considerato un partito di estrema destra. Ora scommette sul fatto che il documento gli porterà ancora più voti. Perché, sostengono i militanti, è solo l’ultima carta che il governo può giocarsi per cercare di arginare un partito che ha un incredibile consenso.
Può darsi che nelle istituzioni il parere dei servizi metta in moto gli ingranaggi della burocrazia a difesa della tenuta democratica, ma certo non sortirà effetti politici e simbolici a est senza un tentativo serio di frenare l’ascesa dell’Afd a livello locale. La difesa della democrazia, e quindi anche della libertà e della sicurezza di quelle minoranze che l’Afd scredita e disprezza, non può essere affidata unicamente ai servizi segreti.
Chi vuole far sopravvivere la democrazia non può fare affidamento solo sul prestigio dei simboli e della storia della democratica Germania occidentale. Servono solidarietà e buone idee per aiutare i democratici locali a non arrendersi e a non cedere altro terreno all’Afd. A difendere la democrazia non saranno i servizi segreti, ma le persone. ◆ sk
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it
Questo articolo è uscito sul numero 1613 di Internazionale, a pagina 28. Compra questo numero | Abbonati