Gli Stati Uniti hanno bombardato domenica tre siti nevralgici del programma nucleare iraniano, attacchi che avranno “conseguenze eterne”, ha avvertito Teheran, al decimo giorno della guerra tra l’Iran e Israele.
Qualche ora dopo, la televisione di stato iraniana ha riferito del lancio di trenta missili contro Israele, dove i servizi di soccorso israeliani hanno contato sedici feriti. Dopo aver mantenuto l’incertezza per giorni su un eventuale attacco in Iran, chiesto dal suo alleato israeliano, il presidente statunitense Donald Trump ha annunciato che le installazioni di arricchimento nucleare della Repubblica islamica, sospettata dagli occidentali di voler costruire un’arma atomica, sono state “totalmente distrutte” dai bombardamenti statunitensi.
Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha espresso preoccupazione per una “pericolosa escalation”, invitando a evitare “una spirale di caos”.
Dopo i lanci di missili contro Israele, le sirene di allerta antiaerea sono suonate a Tel Aviv e forti esplosioni sono state sentite a Gerusalemme da giornalisti dell’Afp. Le forze armate iraniane hanno dichiarato di aver colpito in particolare l’aeroporto internazionale Ben Gurion, vicino a Tel Aviv. L’esercito israeliano ha affermato di essere al lavoro per intercettare i missili, ha invitato la popolazione delle zone colpite a cercare riparo nei rifugi e ha annunciato una nuova serie di attacchi.
Un’organizzazione israeliana di pronto soccorso ha dichiarato di aver assistito sedici feriti e il canale pubblico Kan 11 ha trasmesso immagini di gravi danni “nel centro del paese”.
“Le installazioni essenziali di arricchimento nucleare dell’Iran sono state integralmente e totalmente distrutte. L’Iran, il bullo del Medio Oriente, ora deve fare la pace”, ha dichiarato Donald Trump alla Casa Bianca. “Se non lo farà, i prossimi attacchi saranno molto più seri”, ha minacciato, affermando che l’Iran può scegliere tra “la pace o la tragedia”.
Gli Stati Uniti hanno condotto un attacco “molto riuscito” contro tre siti nucleari iraniani, ha dichiarato. “Un intero carico di bombe è stato sganciato su Fordo”, un impianto di arricchimento dell’uranio scavato sotto una montagna e al centro del programma nucleare di Teheran. Gli altri due siti colpiti sono Natanz, il più noto tra i siti di arricchimento, e Isfahan, dove è installato un impianto di conversione dell’uranio vicino alla città storica del centro del paese.
I mezzi d’informazione iraniani hanno confermato gli attacchi.
L’autorità iraniana per la sicurezza nucleare, dipendente dall’Organizzazione iraniana dell’energia atomica, ha affermato di non aver rilevato “alcun segno di contaminazione” e ha assicurato che “non c’è nessun pericolo” per la popolazione. Vicino ai tre siti “non è stato segnalato un aumento dei livelli di radiazione”, ha indicato anche l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea).
Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha elogiato in un messaggio video il presidente statunitense per l’attacco. È stato eseguito “in perfetto coordinamento” con Israele, ha sottolineato. Trump ha così imposto una “svolta storica che può contribuire a portare il Medio Oriente, e non solo, verso un futuro di prosperità e pace”, ha aggiunto.
Il capo della diplomazia iraniana, Abbas Araghchi, ha definito gli attacchi “eventi scandalosi” che “avranno conseguenze eterne”, denunciando il “comportamento estremamente pericoloso, anarchico e criminale” di Washington. “L’Iran si riserva tutte le opzioni per difendere la sua sovranità, i suoi interessi e il suo popolo”, ha aggiunto. Gli attacchi statunitensi “non fermeranno” le attività nucleari dell’Iran, ha affermato anche l’Organizzazione per l’energia atomica del paese.
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Gli esperti concordano sul fatto che solo gli Stati Uniti avevano la capacità di distruggere le installazioni nucleari iraniane nascoste in profondità sottoterra come Fordo. Venerdì Donald Trump aveva dato all’Iran “al massimo” due settimane per evitare eventuali attacchi statunitensi, ma alla fine ha deciso l’intervento perché, secondo lui, l’Iran era “a poche settimane, se non mesi” dall’arma atomica. Finora, Washington si era limitata a fornire un aiuto difensivo a Israele contro i missili iraniani.
Dopo l’attacco statunitense, Israele ha chiuso il suo spazio aereo e innalzato il livello di allerta su tutto il territorio, dove da ora in poi sono autorizzate solo le attività considerate essenziali.
Dal 13 giugno Israele ha colpito centinaia di siti militari e nucleari in Iran, uccidendo i più alti ufficiali del paese e scienziati nucleari. L’Iran, che nega di voler costruire un’arma atomica e difende il suo diritto a un programma nucleare civile, ha risposto con attacchi di droni e missili balistici, per la maggior parte intercettati dai sistemi di difesa israeliani.
Israele, che resta vago sul suo possesso dell’arma atomica, possiede novanta testate nucleari secondo l’Istituto internazionale di ricerche sulla pace di Stoccolma (Sipri).
Dal lato iraniano, la guerra ha causato più di quattrocento morti e 3.056 feriti, in maggioranza civili, ha indicato sabato il ministero della salute. I lanci iraniani contro Israele hanno provocato venticinque morti, secondo le autorità.
L’Iran e i suoi alleati avevano minacciato ritorsioni contro gli interessi statunitensi in Medio Oriente se gli Stati Uniti fossero intervenuti direttamente nel conflitto.