L’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) ha annunciato il 16 giugno che dovrà tagliare 3.500 posti di lavoro a causa della mancanza di finanziamenti.
“Dovremo anche ridurre le nostre operazioni, concentrandoci su quelle che hanno un maggiore impatto sui rifugiati”, ha dichiarato in un comunicato Filippo Grandi, l’alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati.
Dal ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca, e in particolare dalla sua decisione di congelare gli aiuti internazionali, si susseguono gli annunci di licenziamenti nelle organizzazioni umanitarie. Negli ultimi mesi anche altri paesi hanno ridotto i finanziamenti.
Il 20 maggio la responsabile del personale dell’Unhcr, Nathalie Meynet, aveva dichiarato alla stampa di aspettarsi “tra i tremila e i quattromila tagli di posti di lavoro nel mondo”.
Nel comunicato pubblicato il 16 giugno, l’Unhcr ha precisato di aver dovuto “chiudere o ridimensionare i suoi uffici in tutto il mondo e ridurre di quasi il 50 per cento gli incarichi dirigenziali nel quartier generale di Ginevra”.
“Oltre ai circa 3.500 licenziamenti, sono stati interrotti i rapporti con centinaia di collaboratori”, si legge nel comunicato.
L’obiettivo è “ridurre di circa il 30 per cento i costi del personale”.
L’Unhcr ha affermato che la priorità è portare avanti le operazioni nelle regioni in cui i rifugiati hanno le necessità più urgenti, sottolineando però che “programmi essenziali nei settori degli aiuti alle famiglie vulnerabili, della sanità, dell’istruzione e dei servizi igienico-sanitari sono stati colpiti dai tagli”.
Secondo le stime dell’agerzia, i finanziamenti disponibili nel 2025 saranno più o meno quelli di dieci anni fa, anche se da allora il numero dei rifugiati è quasi raddoppiato, superando i 122 milioni”.
Alla fine del 2024 una persona su 67 nel mondo era rifugiata.
Intanto, il 16 giugno anche l’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari (Ocha) ha annunciato una drastica riduzione nei suoi programmi di aiuti a causa della mancanza di finanziamenti.