Il 17 giugno la difesa civile della Striscia di Gaza ha affermato che almeno cinquanta persone sono state uccise dall’esercito israeliano vicino a un centro per la distribuzione di aiuti umanitari nel sud della Striscia di Gaza.
Il portavoce della difesa civile Mahmoud Bassal ha dichiarato all’Afp che l’episodio si è verificato a Khan Yunis.
“Prima i droni e poi i carri armati hanno aperto il fuoco contro la folla”, ha aggiunto.
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Il ministero della salute di Hamas ha riferito che “i corpi di 51 martiri e più di duecento feriti sono arrivati all’ospedale Nasser di Khan Yunis”, precisando che “venti feriti sono in condizioni critiche”.
A causa delle restrizioni imposte ai mezzi d’informazione nella Striscia di Gaza, l’Afp non ha potuto verificare queste informazioni.
Contattato dall’Afp, l’esercito israeliano ha affermato che è in corso una valutazione dei fatti.
Il giorno prima la difesa civile palestinese aveva dichiarato che venti persone erano state uccise dall’esercito israeliano vicino a un centro per la distribuzione degli aiuti a Rafah (sud).
Questi centri sono gestiti dalla Gaza humanitarian foundation (Ghf), una fondazione sostenuta da Israele e dagli Stati Uniti, e contestata dalle Nazioni Unite e dalle ong.
Nella Striscia di Gaza è in corso una catastrofe umanitaria dopo più di venti mesi di guerra.
Almeno 55.432 palestinesi, in grande maggioranza civili, sono morti finora nell’offensiva israeliana nel territorio seguita all’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023, secondo i dati del ministero della salute di Hamas, considerati affidabili dalle Nazioni Unite.
Più di cinquemila palestinesi sono stati uccisi dalla ripresa dell’offensiva israeliana il 18 marzo, dopo due mesi di tregua.