Il 27 maggio l’amministrazione Trump ha sospeso il rilascio dei visti per gli studenti stranieri in attesa di avviare dei controlli sui loro account sui social network.

Lo stesso giorno ha annunciato di voler rescindere tutti i contratti stipulati con l’università di Harvard, una delle più prestigiose al mondo, dove il 27 maggio centinaia di studenti hanno partecipato a una manifestazione di sostegno agli studenti stranieri.

Ma l’offensiva del presidente Donald Trump, determinato a mettere sotto controllo l’istruzione superiore, va ben oltre l’università di Harvard, accusata di aver lasciato prosperare l’antisemitismo durante la mobilitazione studentesca dell’anno scorso contro l’offensiva israeliana nella Striscia di Gaza e, più in generale, di diffondere idee radicali.

Il suo obiettivo sono infatti gli studenti stranieri. In un documento visionato dall’Afp, il dipartimento di stato ha chiesto alle ambasciate e ai consolati di non autorizzare “appuntamenti per il rilascio di visti per studenti o programmi di scambio”, in attesa della pubblicazione di “linee guida per l’esame approfondito dei loro account sui social network”.

“L’obiettivo è garantire che le persone che arrivano negli Stati Uniti non si dedichino ad attività criminali”, ha dichiarato Tammy Bruce, la portavoce del segretario di stato Marco Rubio.

Dal ritorno di Trump alla Casa Bianca l’amministrazione ha revocato i visti a centinaia di studenti stranieri, mentre altri che avevano partecipato a manifestazioni per la Palestina sono stati arrestati e minacciati di espulsione.

Il 22 maggio l’amministrazione Trump aveva vietato all’università di Harvard l’iscrizione di studenti stranieri per il prossimo anno accademico, compresi quelli che già studiano lì. L’università, che ha sede a Cambridge, nel Massachusetts, accoglie attualmente circa 6.700 “studenti internazionali”, pari al 27 per cento del totale.

Harvard aveva reagito presentando un ricorso urgente e un giudice federale aveva sospeso temporaneamente la decisione. Un’udienza sulla questione è prevista il 29 maggio.

Il 27 maggio centinaia di studenti, sia statunitensi sia stranieri, hanno partecipato a una manifestazione davanti all’università, chiedendo rispetto per gli studenti stranieri.

“Tutti i miei amici internazionali rischiano di dover cambiare università o lasciare il paese”, ha dichiarato una studente, Alice Goyer.

Il 21 aprile l’università aveva fatto causa all’amministrazione Trump anche per la sospensione di 2,2 miliardi di dollari di finanziamenti federali dopo che aveva rifiutato di piegarsi a una serie di richieste della Casa Bianca.

Nei giorni scorsi il Giappone e Hong Kong avevano affermato di voler aprire le porte delle loro università agli studenti stranieri costretti a rinunciare a iscriversi ad Harvard.

“Invitiamo gli Stati Uniti a garantire i diritti e gli interessi legittimi degli studenti internazionali, compresi quelli cinesi”, ha affermato invece il 28 maggio il governo cinese.