Il primo ministro conservatore Luís Montenegro ha vinto le elezioni legislative anticipate del 18 maggio, ma come nel 2024 non ha ottenuto una maggioranza sufficiente per garantire la stabilità del paese.
La formazione di estrema destra Chega (”basta”), guidata da André Ventura, ha superato per la prima volta la soglia del 20 per cento dei voti.
Secondo i risultati quasi definitivi, l’Alleanza democratica (Ad, centrodestra) ha ottenuto il 32,7 per cento dei voti, contro il 23,4 per cento del Partito socialista (Ps) e il 22,6 per cento di Chega.
Senza contare i quattro seggi delle circoscrizioni estere, che saranno assegnati nei prossimi giorni, l’Ad ha ottenuto 89 seggi sui 230 del parlamento, ben al di sotto dei 116 della maggioranza assoluta.
“Gli elettori vogliono questo governo e questo primo ministro”, ha commentato Montenegro, 52 anni.
Il premier uscente, che finora ha sempre respinto l’ipotesi di governare con il sostegno di Chega, si era dimesso a marzo dopo essere stato sfiduciato dai deputati in seguito alle accuse di conflitto d’interessi.
Al centro del caso c’era una società di servizi di proprietà della moglie e dei figli che ha contratti con varie aziende private, tra cui una le cui attività dipendono da concessioni statali.
“In attesa di capire se il governo Montenegro si sia effettivamente rafforzato, i due dati principali del voto sono l’affermazione di Chega e il tracollo della sinistra”, ha dichiarato all’Afp la politologa Marina Costa Lobo, direttrice dell’istituto di scienze sociali dell’università di Lisbona.
Il leader socialista Pedro Nuno Santos si è dimesso subito dopo l’annuncio dei risultati.
“Abbiamo scritto una pagina di storia e niente sarà più come prima”, ha affermato Ventura, 42 anni, un ex commentatore sportivo, aggiungendo che “il bipartitismo è finito”.
Nell’ultimo anno il governo Montenegro aveva adottato una serie di misure per sostenere il potere d’acquisto dei portoghesi, aumentando il salario minimo e le pensioni, e accogliendo le rivendicazioni di varie categorie del pubblico impiego, tra cui insegnanti, medici e poliziotti.
Ha inoltre inasprito la politica migratoria del paese, che era una delle più aperte d’Europa sotto il precedente governo del socialista António Costa.