Dopo il successo dell’estrema destra nel primo turno delle elezioni presidenziali, la Romania è entrata in una nuova fase d’incertezza con le dimissioni del primo ministro Marcel Ciolacu, che è stato sostituito da Cătălin Predoiu.
La dissoluzione della coalizione filoeuropea al governo apre la strada a un possibile ingresso dell’estrema destra nell’esecutivo dopo il secondo turno delle presidenziali, di cui George Simion è ormai considerato il favorito.
“Le dimissioni di Ciolacu e l’uscita dalla coalizione del suo Partito socialdemocratico (Psd) sono un regalo a Simion e un grave errore politico”, ha dichiarato all’Afp il docente di scienze politiche Sergiu Miscoiu.
“Se il 18 maggio sarà eletto presidente, Simion avrà ora ancora più voce in capitolo nella nomina di un nuovo governo”, ha aggiunto.
Il liberale Predoiu, 56 anni, attuale ministro dell’interno, è stato nominato premier ad interim.
Ciolacu si era dimesso il 5 maggio, prendendo atto della sconfitta nelle presidenziali del candidato della coalizione di governo, Crin Antonescu, arrivato solo terzo con il 20 per cento dei voti, preceduto dal sindaco centrista di Bucarest Nicușor Dan (20,9 per cento).
Simion, leader dell’Alleanza per l’unione dei romeni (Aur, estrema destra), è arrivato largamente in testa con il 40,9 per cento dei voti, ed è ormai considerato il chiaro favorito del ballottaggio. “A meno che non ci sia una mobilitazione dei giovani, che hanno disertato in massa le urne”, ha osservato Miscoiu.
Una vittoria di Simion, 38 anni, euroscettico e grande sostenitore di Donald Trump, farebbe entrare la Romania, membro dell’Unione europea e fedele alleato dell’Ucraina, in una nuova dimensione, dato che si oppone a qualunque aiuto militare a Kiev e ha una forte avversione per quelli che definisce i “burocrati di Bruxelles”.
Nel novembre scorso l’affermazione a sorpresa del candidato filorusso di estrema destra Călin Georgescu nel primo turno delle presidenziali aveva suscitato forte preoccupazione nell’Unione europea e gettato la Romania nel caos.
La corte costituzionale aveva annullato le elezioni in seguito alla declassificazione di alcuni documenti dei servizi di sicurezza che descrivevano nel dettaglio presunte interferenze russe, soprattutto sui social network. La corte aveva poi escluso Georgescu dalla ripetizione delle presidenziali.
Georgescu aveva quindi deciso di sostenere Simion, che a novembre era arrivato quarto.
L’annullamento delle presidenziali e l’esclusione di Georgescu avevano però causato manifestazioni di protesta nel paese e accentuato la rabbia nei confronti di Ciolacu, in carica dal 2023.
Questa fase d’incertezza politica arriva in un momento in cui la Romania sta attraversando serie difficoltà economiche. Inoltre, nel 2024 il paese ha registrato il peggior deficit pubblico dei ventisette (9,3 per cento del pil).