Questo articolo è stato pubblicato il 13 novembre 2015 nel numero 1128 di Internazionale.

È una tiepida serata nel distretto finanziario di Manhattan, e da Stout, un bar dove trasmettono le partite, sono tutti incollati a Tinder. I tavoli sono pieni di ragazzi che hanno passato la giornata inseguendo soldi e affari a Wall street, e ora sono in cerca di qualcuno da rimorchiare. Tutti bevono, fissano lo schermo del loro smartphone e scorrono il dito sui volti degli sconosciuti con cui potrebbero fare sesso più tardi. O forse no. “Ehi, questo tipo ha una bella pancetta”, dice una ragazza, facendo scorrere un’immagine sullo schermo. Le sue amiche sogghignano senza alzare lo sguardo. “Tinder fa schifo”, dicono. Ma non smettono di sfogliare le foto con un dito. In un separé sul retro tre bei ragazzi sui vent’anni stanno bevendo una birra. Dan, Alex e Marty sono dipendenti alle prime armi di una società finanziaria. Alex e Marty sono stati reclutati direttamente all’università. Quando gli chiedo se hanno organizzato degli incontri usando un’app, rispondono che ne organizzano anche due o tre insieme.

“Non puoi lasciarti bloccare in una sola corsia, c’è sempre qualcosa di meglio”. “Se hai prenotato da qualche parte, ma poi trovi un tavolo libero da Per Se, è da PerSe che vuoi andare”, spiega Alex. “I maschi sono competitivi in tutto”, conclude con la sua voce profonda e rassicurante: “Chi è andato a letto con la ragazza più bella e più sexy?”. Con queste app di incontri, aggiunge Alex, “è come essere sempre a caccia. Puoi parlare con due o tre ragazze in un bar e scegliere la migliore, oppure puoi scorrere con il dito duecento persone al giorno. Il campionario è decisamente più ampio. Ti organizzi due o tre incontri alla settimana attraverso Tinder e magari vai a letto con tutte e tre. Così nel giro di un anno ti sei fatto un centinaio di ragazze”. Alex racconta che negli ultimi otto giorni è andato a letto con cinque donne diverse incontrate su Tinder, le chiama “Tinderelle”. Dan e Marty, che sono anche compagni di stanza di Alex in uno scintillante grattacielo di Wall street, possono confermarlo.

Si ricordano con chi è andato a letto nell’ultima settimana perfino meglio di lui. “Brittany, Morgan, Amber”, dice Marty contando sulle dita. “Ah, anche la russa… ucraina?”. “Ucraina”, conferma Alex. “Lavora da…” e fa il nome di una famosa casa d’aste. Quando gli chiedo che tipi sono queste ragazze, alza le spalle: “So qualcosa del loro curriculum, ma niente di più. Una lavora da J. Crew, l’altra è dirigente alla Parsons, un’altra è assistente da Pace, un’altra ancora lavora nella finanza”. “Non sappiamo come sono”, dice Marty. “E loro non sanno come siamo noi”, aggiunge Alex. Eppure la mancanza di una conoscenza intima delle possibili partner sessuali non è mai un ostacolo all’intimità fisica, sostiene Alex. Secondo i suoi amici, lui è il re di Tinder. È molto abile nel gioco dei messaggi: “Ha la capacità di convincere qualcuno a fare qualcosa semplicemente mandando messaggi”, spiega Marty. Riesce ad attirare le donne nel suo letto dopo un breve scambio di battute, chiarendo fin dall’inizio che non è interessato a una vera relazione. “Ma come fa?”, chiede Marty ammiccando.

“Questo ragazzo ha un vero talento”. Ma anche Marty, che preferisce un’app che si chiama Hinge, non se la cava troppo male. Dice di essere andato a letto con 30-40 ragazze in un anno: per conquistare una donna, dice, “gioco un po’ a fare il tipo che potrebbe diventare il suo ragazzo, ma poi lei comincia a chiedermi di più, e io non voglio”. “Ehi no, questo non è bello”, lo rimprovera Alex con la sua aria affettuosa. “Io metto sempre in chiaro che non sono in cerca di qualcosa di serio. Voglio solo passare un po’ di tempo, fare amicizia, vedere cosa succede. Se per caso finissi in tribunale, potrei tirare fuori i messaggi”. Ma c’è qualcosa in tutta la faccenda che sembra disturbarlo nonostante la sua affascinante spacconeria. “Penso che in una certa misura sia, come dire, poco rassicurante”, dice, “perché so bene che una ragazza normale spera di riuscire a cambiare le carte in tavola. Se tu fossi il tipo che dice ‘Ehi, voglio solo scopare’, poca gente sarebbe disposta a incontrarti. Pensi che la nostra sia una cultura misogina?”, chiede distrattamente. “Io la chiamo Apocalisse degli incontri” dice una ragazza di New York, che ha 29 anni.

La cultura del rimorchio

Mentre le cappe polari si sciolgono e la Terra si avvia rapidamente alla sesta estinzione di massa, nell’universo del sesso è scoppiato un altro fenomeno senza precedenti. La cultura del rimorchio, che si sta lentamente ma costantemente diffondendo da circa un centinaio d’anni, si è scontrata con le app, che hanno avuto l’effetto di una meteora impazzita sui rituali vetusti del corteggiamento. Quando si parla di Tinder “siamo in un territorio inesplorato” , dice Justin Garcia, un ricercatore dell’Istituto Kinsey per le ricerche su sesso, genere e riproduzione dell’università dell’Indiana. “Negli ultimi quattro milioni di anni ci sono state due grandi transizioni” nell’accoppiamento eterosessuale, dice Garcia. “La prima avvenne circa dieci-quindicimila anni fa, durante la rivoluzione agricola, quando diventammo meno nomadi e più stanziali”, e portò all’affermazione del matrimonio come istituzione.

“La seconda è avvenuta con la comparsa di internet”. Un tempo le persone incontravano i loro partner grazie alla vicinanza, alla famiglia e agli amici, ma ora gli incontri su internet tendono a superare tutti gli altri. “Questo sta cambiando moltissimo il nostro modo di comportarci, sia nelle relazioni sentimentali sia in quelle sessuali. È un fenomeno senza precedenti da un punto di vista evolutivo”, spiega Garcia. Appena la rete si è diffusa, le persone hanno cominciato a usarla per trovare partner con cui fare sesso. Negli anni novanta c’erano le chat di Craigslist e Aol, poi i siti Match.com e Kiss.com. Ma le lunghe, appassionate email che si scambiavano i personaggi del film C’è posta per te sembrano decisamente roba vecchia rispetto ai messaggi delle app. “Capita di ricevere messaggi che dicono ‘Vuoi scopare?’”, racconta Jennifer, 22 anni, studentessa dell’Indiana university southeast di New Albany. “Ti dicono ‘Vieni e fatti leccare’”, aggiunge la sua amica Ashley, 19 anni.

Gli incontri via smartphone sono diventati un fenomeno di massa cinque anni fa, e nel 2012 avevano già superato quelli via computer. Secondo uno studio, a febbraio c’erano quasi cento milioni di persone – forse cinquanta solo su Tinder – che tutto il giorno e tutti i giorni usavano il telefono come una specie di club per cuori solitari, dove si può trovare un partner sessuale con la stessa facilità con cui si può scovare un volo low cost per la Florida. “È come ordinare da Seamless,” dice Dan, alludendo al servizio per fare la spesa online con consegna a domicilio. “Solo che stai ordinando una persona”. Il paragone con lo shopping online è particolarmente azzeccato. Le app di incontri sono l’economia di mercato applicata al sesso. La novità di Tinder è che basta scorrere il dito sull’immagine. Non sono più necessari profili elaborati e nessuno deve avere paura di essere respinto: gli utenti sanno solo se piacciono a qualcuno, mai quando sono rifiutati. OkCupid ha adottato la stessa funzione, e ora lo hanno fatto anche Hinge – che attraverso Facebook fa vedere più informazioni sulla cerchia di amici di un possibile partner – e Happn, che usa un sistema di tracciamento gps per vedere se le strade di due persone si sono già incrociate.

Michelle e Jimmy. Burlington, Stati Uniti, 2014. Le foto di queste pagine sono tratte da Removed, un progetto di Eric Pickersgill sul ruolo degli smartphone nella vita quotidiana. Alle persone ritratte è stato tolto dalle mani il telefono poco prima di scattare la foto. (Eric Pickersgill)

È indicativo il fatto che lo sfogliare con un dito sia stato prontamente inglobato dalla pubblicità di molti prodotti, un accenno non troppo velato all’idea che online la scelta dei marchi di consumo e dei partner sessuali sono interscambiabili. “È una gratificazione immediata”, dice Jason, un fotografo di Brooklyn di 26 anni. “Puoi avere conferma di quanto sei attraente con un gesto semplice come scorrere il pollice su uno schermo. Vedi una ragazza carina, scorri il dito e… oh, anche lei ti considera attraente, perciò si crea una forma di dipendenza, e ti ritrovi a farlo di continuo senza neppure pensarci”. “Il sesso è diventato così facile”, dice John, 26 anni, dirigente di un’azienda di marketing a New York. “Prendo il telefono in mano e sicuramente riesco a trovare qualcuno con cui fare sesso stasera stessa, probabilmente anche prima di mezza-notte”.E questo è un bene per le donne? Il dibattito su vantaggi e svantaggi del sesso casuale per le donne infuria dai tempi delle maschiette e dei “modernisti” negli anni venti, ed è ancora attualissimo, soprattutto tra le donne.

Alcune, come Hanna Rosin, che scrive sul mensile The Atlantic, pensano che la cultura del rimorchio facile sia una vera pacchia: “È legata a tutto quello che c’è di favoloso nell’essere una giovane donna oggi: la libertà, la fiducia in se stesse”. Altre sostengono invece che molte si sentono sminuite dall’estrema casualità del sesso nell’era di Tinder. Secondo David Buss, professore di psicologia all’università del Texas di Austin ed esperto nella evoluzione della sessualità, è la stessa abbondanza di opzioni offerte dagli incontri online che potrebbe rendere gli uomini meno inclini a trattare un’unica donna come una priorità. “Le app come Tinder e OkCupid danno alle persone l’impressione che in giro ci siano migliaia o milioni di possibili partner”, spiega Buss. “Questo ha delle conseguenze sulla psicologia maschile. Quando c’è un’eccedenza di donne, o una percepita eccedenza di donne, l’intero sistema dell’accoppiamento tende a spostarsi verso le relazioni a breve termine. I matrimoni diventano instabili. Aumentano i divorzi. Gli uomini non sentono il bisogno di impegnarsi e adottano strategie di accoppiamento a breve termine. Sono gli uomini a fare questa scelta, e le donne sono costrette ad adattarsi”.

Ma aspettate un minuto. Le “strategie di accoppiamento a breve termine” sembrano funzionare anche per un bel po’ di donne: alcune non vogliono relazioni impegnative, soprattutto quelle non ancora trentenni che scommettono sulla loro istruzione o su una carriera di successo. Alex, il giovane leone di Wall street, è chiaramente ottimista quando presume che tutte le donne con cui va a letto sarebbero pronte a “cambiare le carte in tavola” e a mettersi con lui se solo potessero. Eppure, la sua convinzione potrebbe essere un segnale della cosa più “inquietante” a cui alludeva: “Per le giovani donne sia nella sessualità sia nelle relazioni il problema resta la disuguaglianza di genere”, dice Elizabeth Armstrong, una professoressa di sociologia dell’università del Michigan specializzata in sessualità e genere. “Le ragazze sostengono che sono ancora gli uomini a decidere quando una storia è seria e quando no. ‘Lei è una da fidanzamento, lei è una da rimorchio’. I due metri di misura sono ancora molto diffusi. Resta da capire perché le donne hanno fatto più passi avanti nella sfera pubblica che in quella privata”.

Com’è difficile parlare di sesso con i propri genitori
In famiglia i discorsi sulla sessualità sono spesso ancora un tabù. Il video del New York Times mostra genitori e figli adulti avere per la prima volta una conversazione aperta sul tema.
 

È una serata afosa, e da Satsko, un vivace locale giapponese dell’East village di New York, sono tutti incollati a Tinder, a OkCupid, a Happn o a Hinge. I tavoli sono pieni di ragazzi che bevono birra controllando i telefoni e scorrendo le foto con un dito. Sei ragazze si sono incontrate dopo il lavoro per un drink. Frequentano l’ultimo anno del Boston college e sono tutte a New York per uno stage estivo che va dal lavoro in un laboratorio di ricerca medica a un impiego in un grande magazzino di lusso. Sono carine e alla moda, con occhi brillanti sottolineati dall’ombretto scuro. Nessuna di loro ha una relazione, dicono. Chiedo cosa pensano degli incontri a New York. “Qui i ragazzi non cercano veramente una ragazza”, dice Reese, la bionda. “Cercano solo un prendi e molla su Tinder”.“Usano Tinder per mandare autentiche schifezze”, aggiunge Jane, quella seria. “Cominciano con ‘Mandami una foto nuda’”, continua Reese. “Oppure scrivono una frase tipo ‘Sto cercando qualcosa di rapido nei prossimi 10-20 minuti, sei disponibile?’, ‘Ok, sei a un paio di chilometri di distanza, dimmi il posto esatto’. Efficienza assoluta”. “Credo che gli iPhone e le app abbiano cambiato il modo d’incontrarsi per la nostra generazione”, commenta Stephanie, una che ha un sacco di braccialetti.

Mi raccontano che nel loro college un professore di filosofia, Kerry Cronin, tiene un corso per gli studenti del primo anno in cui una prova consiste nell’uscire davvero con qualcuno. “E da sobri, non quando si è tutti e due sbronzi”, spiega Jane. “Imparare a conoscere qualcuno prima di cominciare qualcosa. Fa paura, vero”. Pensano che la loro ansia in fatto di intimità dipenda dall’essere “cresciute sui social network”, per questo “non sappiamo parlare faccia a faccia”.“Ti crei la prima impressione su Facebook, quindi in un certo senso crei un rapporto con un profilo”, dice Stephanie, sorridendo cupa per questa assurdità. “Il sesso dovrebbe scaturire da un’intimità emotiva, e oggi per noi è esattamente il contrario. Credo che in un certo senso stia davvero distruggendo l’immagine che le donne hanno di sé”, dice Fallon. “Il corpo è la prima cosa, la personalità viene dopo”, aggiunge Stephanie. “Onestamente credo che neanche il corpo conti molto per loro, purché tu sia disponibile”, dice Reese. “Siamo a questo punto”. “Ma se dici qualcosa del genere ad alta voce, sembri una debole, una che non è indipendente e non ha saputo cogliere il senso della terza ondata del femminismo”, dice Amanda, alta ed elegante.“Ciao”, dice Amy Watanabe, attraente e tatuata. È la proprietaria del Satsko, e sta leggendo un messaggio che ha ricevuto su OkCupid da uno sconosciuto. “‘Sto cercando una ragazza carina come te che abbia un lato un po’ perverso, perciò sono curioso di sapere se hai fantasie di sesso violento. Pensi che ti piacerebbe prenderlo tutto in bocca fino a soffocare, essere legata, schiaffeggiata e farti venire addosso? Penso che potremmo passare un pomeriggio sfrenato, ma sarei contento anche solo di vederti per un brunch’”. E fa cadere il suo iPhone sul bancone con finto orrore.

Courtlyn e Sarah. Charlotte, Stati Uniti, 2014. (Eric Pickersgill)

In un’altra serata piena di animazione, allo stesso bar e allo stesso tavolo, tre bei ragazzi bevono birra. Sono John, 25 anni, Nick e Brian, entrambi di 26 anni. John è il dirigente dell’azienda di marketing di cui abbiamo già parlato. Nick lavora nel campo del fitness e Brian è un educatore. Quando chiedo della loro esperienza con le app di incontri, il giudizio è molto diverso da quello delle stagiste del Boston college. “Per me funziona”, dice Nick. “In quattro serate ho agganciato tre ragazze grazie a internet e a Tinder e ho speso ottanta dollari in totale”, riferisce con orgoglio. Poi descrive ogni incontro, uno dei quali è cominciato con una ragazza che gli ha chiesto su Tinder di “‘passare da lei a fumare erba e guardare un film’. Io lo so che significa”, dice con un ghigno. “Parliamo per un massimo di 10-15 minuti”, continua. “Scopiamo. E poi lei attacca: ‘Oh Dio mio, giuro che non avevo intenzione di fare sesso con te.’ E io faccio: ‘Be’, te la cavi bene a resistere, direi’”. “Dicono tutte così”, commentano i ragazzi ridacchiando. Nick, con la sua barba da lumbersexual (una sorta di boscaiolo sexy) e i vestiti da hipster che sembrano uscire dal guardaroba di Girls, dal punto di vista fisico è il maschio moderno ideale.

Non rispetta nessuno dei requisiti che secondo gli psicologi evoluzionisti sono punti di forza per attrarre le donne (non è ricco né alto e vive ancora con la madre), ma questo non sembra avere alcun effetto sulla sua capacità di rimorchiare selvaggiamente. Sull’iPhone ha un elenco di più di quaranta ragazze con cui ha “avuto rapporti, classificate da uno a cinque stelle. Potere alle donne”, scherza. “Indica quanto sono brave a letto e allo stesso tempo quanto sono carine”. “Uso Tinder, Happn, Hinge e OkCupid”, aggiunge Nick. “È solo un gioco di numeri. Prima potevo andare in un bar e parlare con una ragazza, ma ora posso starmene a casa su Tinder e parlare con quindici”. “E senza spendere soldi”, gli fa eco John. “Quando è tutto così facile che puoi incontrare una e scoparla dopo venti minuti, è molto difficile riuscire a trattenersi”, dice Brian con forza. “Sono riuscito a rimorchiare su Tinder solo mandando emoji”, dice John. “Senza neppure avere una vera conversazione”. Solleva il suo iPhone, che ha lo schermo crepato, per mostrare uno scambio via Tinder tra lui e una ragazza che gli ha dato il suo numero dopo che John le aveva inviato una serie di emoji, tra cui quelli della pizza e della birra.

Idee sbagliate

Nell’era delle app d’incontri gli uomini possono essere molto sprezzanti, dicono le donne. Si potrebbe pensare che avere accesso a quelle macchine eccezionali (i loro telefoni), in grado di trovare sesso in abbondanza senza complicazioni, dovrebbe renderli molto felici, perfino riconoscenti, e così ispirati da essere cortesi. Ma stando alle interviste raccolte con più di cinquanta ragazze di New York, dell’Indiana e del Delaware, tra i 19 e i 29 anni, sembra vero il contrario. “Mi ha riaccompagnato a casa in macchina, stamattina. È una cosa straordinaria”, dice Rebecca, 21 anni, che sta per laurearsi all’università del Delaware. “Mi ha salutato con un bacio. Non dovrebbe essere niente di eccezionale, ma i ragazzi lo evitano perché…”.“Non vogliono che ti fai idee sbagliate”, conclude la sua compagna Kayla, 20 anni. “Ma molte ragazze non si fanno idee sbagliate”, dice Rebecca, infastidita. “Certe volte vogliamo anche noi fare sesso e basta. Non vogliamo mica sposarti. O sei gentile o sei uno stronzo maleducato”.

Ascoltando una storia dopo l’altra sulla scortesia dei maschi (“Ho fatto sesso con un tizio che mentre mi rivestivo mi ha ignorato e ho visto che era di nuovo su Tinder”), mi sono chiesta se poteva esserci un parallelo con Il mito della bellezza di Naomi Wolf, un libro del 1991. L’autrice ipotizzava che, con l’aumento del potere politico e sociale delle donne, la pressione a essere belle diventava sempre più uno strumento per insidiare la loro emancipazione. È possibile che oggi la tendenza potenzialmente destabilizzante con cui le donne devono misurarsi sia la mancanza di rispetto che trovano negli uomini con cui fanno sesso? Il sesso facile e a portata di mano assicurato dalle app di incontri potrebbe davvero spingere gli uomini a rispettare di meno le donne? “Troppo facile”, “troppo facile”, “troppo facile”, ho sentito ripetere continuamente dai ragazzi quando chiedevo se c’era qualcosa che non apprezzavano nelle app di incontri. “Le app di incontri sono ambienti nuovi dal punto di vista evolutivo”, dice David Buss. “Ma il nostro livello di evoluzione psicologica non è cambiato”. E le donne potrebbero essere più avanti degli uomini in un percorso evolutivo che si allontana dagli atteggiamenti sessisti.

“Le aspettative delle donne in termini di sicurezza e di diritto al rispetto forse sono cresciute più rapidamente della disponibilità di certi giovani a rispettarle”, dice Stephanie Coontz, che insegna storia e studi familiari all’Evergreen state college di Olympia. “Gli uomini approfittatori e irrispettosi sono sempre esistiti. Ci sono molti uomini evoluti, ma in questo momento nella cultura dell’incontro potrebbe essere in corso qualcosa che ne rende alcuni più resistenti all’evoluzione”. Il problema del comportamento irrispettoso degli uomini online è diventato così grave che per reazione c’è stata un’ondata di app di incontri lanciate da donne. C’è Bumble, creata da Whitney Wolfe, la cofondatrice di Tinder che ha fatto causa all’azienda sostenendo di essere stata sessualmente molestata dal direttore del marketing, Justin Mateen (si sono accordati per poco più di un milione di dollari senza che nessuna delle due parti ammettesse una colpa). Uno dei cambiamenti principali nelle app di incontri gestite al femminile è che permettono solo alle donne di mandare messaggi per prime. Alcuni, però, hanno fatto notare che questo può forse eliminare i molestatori incalliti, ma non cambia la cultura dominante.

Pasti gratis

Eppure quando ne parlo con gli uomini, sbuffano. “Le donne fanno esattamente le stesse cose degli uomini”, dice Matt, 26 anni, che lavora in una galleria d’arte di New York. “Ho trovato ragazze su OkCupid che sono venute a letto con me e poi sono letteralmente sparite” , nel senso che non hanno più risposto ai messaggi. “Si giocano la partita esattamente allo stesso modo. Hanno un sacco di uomini contemporaneamente, perché vogliono tenere aperte tutte le loro opzioni. Cercano sempre qualcosa di meglio, un ragazzo con un lavoro migliore o con più soldi.” Alcune ragazze hanno ammesso di usare le app di incontri per procurarsi dei pasti gratis. “Io li chiamo buoni pasto Tinder,” dice una di loro. Perfino l’importanza dell’aspetto fisico, implicita in un sistema che consiste nel far scorrere con un dito le foto, è una cosa che anche le donne incoraggiano.

“Nei loro profili dicono ‘Niente foto senza camicia’, ma sono tutte stronzate”, dice Nick. “Il giorno in cui sono passato a una foto senza camicia con i tatuaggi in bella vista, nel giro di pochi minuti ho avuto una quindicina di abbinamenti”. “Se le donne non vogliono essere trattate come oggetti sessuali, perché si mercificano da sole nelle immagini dei loro profili?”, chiedono alcuni uomini. I ragazzi parlano delle foto nude che ricevono dalle donne. Le fanno vedere in giro. “Foto di tette e di culi”, dice Austin, 22 anni, che studia in un college dell’Indiana. “Ne ho un’infinità sul telefono”. In una piovosa mattina all’università del Delaware, le ragazze che vivono in una casa fuori dal campus si sono riunite sotto il portico per un caffè. Poi sono arrivate alcune loro compagne dell’associazione studentesca femminile. Il tavolo è affollato di ragazze in pantaloncini e prendisole, tutte con la coda di cavallo e le gambe nude, riunite per parlare del loro sabato sera, incontri sessuali compresi. Mentre chiacchierano, la maggior parte di loro dà un’occhiata al telefono. Alcune controllano Tinder. Chiedo perché usano Tinder in un campus, dove ci sono probabilmente un sacco di ragazzi disponibili. “È più facile”, rispondono. “E molti ragazzi non ti parlano se non sei invitata alle feste della loro confraternita”. “Molti ragazzi non ti parlano, punto e basta”. “Non ne hanno bisogno”. “Tinder ha preso il sopravvento”. “Io ci sto fissa, voglio dire fissa, tipo venti ore al giorno”, dice Courtney, che somiglia a una star degli anni settanta.

La pioggia aumenta, e si spostano nella sala interna, che ha un divano, un tavolino da caffè e tessuti dipinti dappertutto. Il discorso torna sul sesso. Parlano di come sia frequente che i loro partner perdano l’erezione. L’aumento della disfunzione erettile nei maschi giovani è un curioso fenomeno medico attribuito a ogni sorta di cause, dalle sostanze chimiche negli alimenti preconfezionati alla mancanza di intimità nel sesso occasionale. “Quando non gli viene duro, e devo dire che succede spesso, si comportano come se fosse la fine del mondo”, commenta Rebecca. “Alle quattro del mattino questo tipo era disperato. Io gli faccio: ‘Bello, io mi metto a dormire, è tutto a posto’”, racconta Sarah, 21 anni, con i lunghi capelli neri e ricci. “Sono davvero stufa di fingere”. Le donne tendono a raggiungere più spesso l’orgasmo in una relazione stabile che negli incontri occasionali. Le probabilità sono più del doppio, secondo uno studio dei ricercatori dell’istituto Kinsey e dell’università di Birmingham. “Sarebbe grandioso se fossero semplicemente capaci di una prestazione come si deve e non venissero in due secondi”, dice Rebecca. “Credo che gli uomini abbiano un’idea distorta della realtà del sesso per colpa del porno”, dice Jessica alzando lo sguardo dal telefono. “Perché a volte penso che il sesso del porno non sia sempre favoloso, è come pestare qualcuno”. Fa il gesto di battere con la mano e assume un’aria indignata. “Sì, sembra che faccia male”, dice Danielle. “Non è divertente farsi tirare i capelli o essere soffocate o sbattute”, continua Jessica. “Ma gli uomini pensano solo una cosa” – fa la voce da maschio – “‘Io me la scopo, e a volte non è niente di speciale”. “Sì”, concorda Danielle. “Come l’altra notte quando stavo facendo sesso con questo tipo. Io sono una persona molto arrendevole, per niente aggressiva, e lui mi faceva male”. Restano in silenzio un momento.

Opzioni accessibili

Allora dove ci porterà tutto questo? Cosa succede a chi cresce nell’era di Tinder? Le persone potranno mai essere soddisfatte da una relazione sessuale o perfino emotiva con un unico partner? E questo è davvero importante? Uomini e donne potranno mai trovare una vera intimità in un mondo dove la comunicazione è mediata dagli schermi? Potranno mai avere fiducia quando sanno che il loro partner ha tutta una serie di opzioni facilmente accessibili?

Secondo Christopher Ryan, uno dei coautori di Sex at dawn (Sesso all’alba), gli esseri umani per natura non sono sessualmente monogami. Il libro sostiene che per gran parte della storia uomini e donne hanno accettato i partner sessuali multipli come una prassi comune (e positiva dal punto di vista evolutivo). La tesi, discussa e ampliamente criticata da antropologi e biologi evolutivi, non ha impedito che il libro diventasse un best seller internazionale: sembrava che i lettori non aspettassero altro.

“Credo che molta gente sia ancora interessata ad avere rapporti a lungo termine, stabili e profondi, con una o poche altre persone”, dice Ryan. “Siamo una specie che attribuisce grande valore all’intimità e all’autenticità. Ma d’altra parte siamo molto attratti dalle novità. Perciò le persone continueranno a fare sesso con i partner da cui sono attratte, come hanno sempre fatto, e sarà un bene per tutti se la cosa sarà accettata e non censurata, dalla chiesa o dallo stato”.

Mentre parlava, riuscivo solo a pensare: magari fosse davvero così facile. In un mondo perfetto faremmo tutti sesso con chiunque vogliamo, e a nessuno importerebbe niente, nessuno sarebbe giudicato o piantato in asso. Ma cosa dire allora della gelosia e del sessismo, per non parlare della pur vaga possibilità che qualcuno s’innamori? Perfino Ryan, convinto che gli esseri umani tendano per natura alle relazioni poliamorose, è preoccupato dalle tendenze che si stanno sviluppando intorno alle app di incontri. “È lo stesso meccanismo che si manifesta nel consumo del porno”, dice. “Il desiderio c’è sempre stato, ma la disponibilità era limitata. Con le nuove tecnologie i limiti spariscono e vediamo che la gente sembra impazzita. Credo che stia succedendo lo stesso con questo accesso illimitato ai partner sessuali. La gente si sta abbuffando. Per questo non c’è intimità. Si potrebbe definire una sorta di obesità psicosessuale”.

Michael Falotico, 29 anni, è il bassista dei Monogold, un gruppo indie rock che ha suonato nei migliori locali di Brooklyn e in una serie di festival, da Austin a Cannes. È alto, magro e somiglia a un dipinto rinascimentale di Gesù con l’anello al naso. Questo significa che in un certo angolo del mondo Michael è una rock star e quindi non dovrebbe avere problemi a incontrare ragazze. Infatti non ne ha. Eppure anche lui usa le app. “Mi considero un utente della vecchia scuola”, dice Michael in una giornata estiva a New York. “Lo faccio da quando avevo 21 anni. Prima usavo il sito Craigslist. A quei tempi non era così facile: non c’erano foto, dovevi fare colpo su una ragazza solo con quello che scrivevi”. “Ora è completamente diverso”, continua, “perché lo fanno tutti e non è più una sorta di segreto scandaloso. Ci sono profili che sembrano ritoccati, e ragazze che ti mandano foto della loro passera senza neppure conoscere il tuo cognome. Non sto dicendo che io sono migliore, lo faccio anch’io. Si mandano messaggi a una ragazza, o a più di una, e magari si comincia a parlare di fare sesso con loro, il 99 per cento delle volte ancora prima di averle conosciute, il che – me ne rendo conto sempre di più – è incredibilmente strano”.Fa una smorfia e poi aggiunge: “Ma succede sempre più spesso. Io me ne starei tranquillamente a casa a suonare la chitarra, ma il telefono squilla”. Imita il cinguettio che notifica un abbinamento su Tinder. “E….”, fa una pausa, quasi disgustato, “…. si scopa”.

Questo articolo è stato pubblicato il 13 novembre 2015 nel numero 1128 di Internazionale.

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