La fantascienza ha il compito d’immaginare il futuro, ma leggendo Han Song a volte si ha la sensazione di leggere la storia contemporanea. Nel 2000 lo scrittore, uno dei più famosi in Cina, ha pubblicato un romanzo che parlava del crollo del World trade center. Nel 2016 uno dei suoi libri immaginava che il mondo venisse trasformato in un gigantesco ospedale in cui i medici prelevavano le persone dalle loro case, come poi sarebbe successo davvero durante la pandemia in Cina. Han, 59 anni, non credeva che potesse succedere davvero. “Per me era solo finzione, mai avrei pensato che potesse finire così”, ha detto a proposito del suo romanzo Hospital (Amazon Crossing 2023).

Negli ultimi quarant’anni Han ha riflettuto su quanto impensabile possa diventare la realtà. Di giorno fa il giornalista per l’agenzia di stampa statale cinese e racconta la modernizzazione del paese. Di notte scrive romanzi, cercando di fare i conti con il disorientamento che questi cambiamenti possono creare.

Le sue storie sono grottesche e violente. Alcune esaminano il divario tra Cina e occidente, come I passeggeri e il creatore, un racconto in cui il popolo cinese adora un dio misterioso di nome Boeing. Altre immaginano che la Cina abbia spodestato gli Stati Uniti nel ruolo di superpotenza globale. Molte hanno ambientazioni comuni, come i treni della metropolitana, ma che fanno da sfondo a scene di cannibalismo e orge.

Il progresso è sempre guardato con sospetto dall’autore. Dopo che la Cina supera gli Stati Uniti nel romanzo 2066: Red star over America (Heilongjiang People’s Publishing House 2000), quello in cui c’è anche il crollo del World trade center, piano piano anche il paese asiatico comincia ad andare in pezzi.

Gli elementi classici della fantascienza, come i viaggi nello spazio o l’intelligenza artificiale, sono presenti nei suoi libri, ma non è sulla scienza che si concentra Han. È più interessato a come le persone reagiscono alle nuove tecnologie. Ha dichiarato che la fantascienza cinese, più di ogni altro genere letterario contemporaneo, si dedica a esplorare il dolore.

Lo scrittore ha avuto problemi di salute fin da piccolo, ma negli ultimi anni la sua situazione è peggiorata nettamente. Questo l’ha reso ancora più scettico sulla capacità della medicina e, più in generale, della scienza, di migliorare le condizioni di vita dell’umanità.

Questo è un tema delicato, ammette Han quando lo incontro a Pechino, dove vive insieme alla moglie. È magro e ha la voce dolce, con un atteggiamento serio che nasconde il senso dell’umorismo cupo delle sue opere. “Secondo i nostri standard c’è un solo futuro possibile. È tutto pianificato. Come sarà il 2035, come sarà il 2050, finché non raggiungeremo la vetta del socialismo”, dice, riferendosi ai piani quinquennali per lo sviluppo del governo cinese. “Nella fantascienza però ci sono moltissime possibilità”.

Esportazione culturale

Il governo cinese ha promosso la fantascienza come strumento per riflettere sui progressi tecnologici del paese. Il leader cinese Xi Jinping è un fan di Jules Verne, l’autore francese di classici come Viaggio al centro della terra. Lo stato ha promesso di finanziare i film di fantascienza perché aumentano il soft power del paese. Probabilmente l’esportazione culturale cinese di maggiore successo degli ultimi anni è il romanzo di Liu Cixin Il problema dei tre corpi (Mondadori 2017), adattato anche in una serie tv su Netflix.

I romanzi di Han sono diversi, più simili alla fantascienza del novecento. All’inizio del ventesimo secolo, quando gli intellettuali cinesi hanno cominciato a tradurre Verne, volevano che le storie svelassero le debolezze del paese per ispirare delle riforme.

Biografia

1965 Nasce a Chongqing, in Cina.
1981 Pubblica il suo primo romanzo, Tombe cosmiche, su una rivista di Taiwan. Dieci anni dopo il libro viene stampato anche in Cina.
1991 Comincia a lavorare per l’agenzia di stampa cinese Xinhua.
2000 Pubblica il romanzo 2066: Red star over America, che immagina il crollo del World trade center un anno prima degli attentati dell’11 settembre 2001.


Han Song non è un dissidente. Ha vinto premi importanti e ha presieduto l’associazione nazionale cinese di fantascienza. Ed è un giornalista di primo piano alla Xinhua, l’agenzia di stampa di stato, che descrive i traguardi raggiunti da Pechino come entusiasmanti e inevitabili. Una contraddizione che si può spiegare ripercorrendo le sue origini.

È nato nella città sudoccidentale di Chongqing durante la rivoluzione culturale, i dieci anni di massacri scatenati da Mao Zedong. Al tempo la scienza era demonizzata in quanto borghese e le università chiudevano. Dopo la morte di Mao, però, i nuovi leader cinesi hanno abbracciato la modernizzazione. Il padre di Han, un giornalista, portava a casa riviste e libri di scienza. Lui ne era affascinato.

All’università ha studiato inglese e giornalismo e ha letto romanzi occidentali come Mattatoio n. 5 di Kurt Vonnegut e L’arcobaleno della gravità di Thomas Pynchon, seguendo anche dei corsi di scienze. Ha pubblicato il suo primo volume in Cina nel 1991, lo stesso anno in cui ha cominciato a lavorare alla Xinhua.

La fantascienza all’epoca era un genere di nicchia e permetteva agli scrittori di evitare la censura. Molte opere erano arricchite di commenti a sfondo sociale.

Un altro aspetto che potrebbe avergli permesso di sfuggire alla censura è il suo stile particolare. Invece di prendere posizione in modo chiaro sulle questioni politiche, molte delle sue opere evocano una profonda ambivalenza riguardo al posto della Cina nel mondo. Un racconto, Il mio paese non sogna, sembra in un primo momento una condanna della spinta per lo sviluppo a tutti i costi della Cina, che ha contribuito a migliorare il tenore di vita ma ha alimentato corruzione e altri problemi sociali. Il protagonista, Xiao Ji, apprende da una spia statunitense che il governo cinese ha messo a punto una tecnologia in grado di far lavorare le persone mentre dormono. Pur essendo sbigottito, però, Xiao Ji è disgustato dal senso di superiorità statunitense.

Michael Berry, che insegna studi culturali della Cina contemporanea all’università della California e ha tradotto molti libri di Han in inglese, dice: “Ti fa comprendere l’umanità e anche la disumanità. Esplora il nostro lato più oscuro”.

Secondo Han a causa della censura più o meno la metà dei suoi scritti non è stata pubblicata in Cina. Tra questi proprio Il mio paese non sogna, che ha circolato molto online.

Negli ultimi anni Han si è concentrato in particolare su se stesso e il suo corpo. Su Weibo, un social media dove ha più di un milione di follower, ha condiviso con dettagli impietosi l’affacciarsi della demenza senile e di altri problemi di salute. Per lui Weibo è un modo per continuare a scrivere in un momento in cui creare storie è diventato troppo faticoso. Ha anche fatto esperimenti con DeepSeek, il chatbot cinese d’intelligenza artificiale, per avere aiuto nel rifinire le bozze o addirittura scrivere storie. La constatazione che a volte DeepSeek produceva storie migliori delle sue lo demoralizzava. Ora, però, lo ha accettato come strumento al pari del cervello umano.

Se la fragilità umana è un argomento comune dei testi di Han, lo stesso vale per un altro tema: l’importanza di affrontarla attraverso la scrittura.

A partire dal 2015 Han ha cominciato a scrivere su Weibo post su un misterioso conto alla rovescia di sette anni. I fan pensavano che alla fine avrebbe annunciato un nuovo romanzo o la sua pensione. Nel 2022 ha finalmente spiegato che qualche anno prima era andato a trovare un veggente che aveva previsto il suo destino fino a quell’anno. Visto che la sua salute era peggiorata di pari passo con il conto alla rovescia, non gli era chiaro se questo dimostrasse l’esistenza del destino o di leggi scientifiche nascoste.

“Naturalmente non esistono risposte convincenti né c’è modo per verificarle in laboratorio”, ha scritto. “Dato che un giorno la mia memoria potrebbe scomparire, voglio semplicemente scrivere tutto. Un promemoria per me stesso e per chiunque lo voglia leggere”. ◆ gim

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Questo articolo è uscito sul numero 1620 di Internazionale, a pagina 74. Compra questo numero | Abbonati