La presidente del consiglio Giorgia Meloni continua a celebrare i successi del suo governo nel creare posti di lavoro. Si vanta di aver creato “un milione di posti”, quelli che una volta prometteva Silvio Berlusconi. Il risultato spiazza l’opposizione. Eppure è abbastanza chiaro cos’è successo: per le riforme delle pensioni degli anni scorsi – in particolare la Fornero del 2012 – l’età pensionabile aumenta mentre la popolazione invecchia. Quindi ogni anno più persone si ritrovano nella fascia d’età più alta; è un effetto aritmetico della demografia. E quelle persone devono restare al lavoro, invece di andare in pensione come facevano i loro coetanei in passato.
Tra il 2019 e il 2025 la quota di occupati con più di 55 anni è cresciuta del 25,6 per cento: non sono nuovi lavoratori, ma anziani trattenuti al lavoro. Nello stesso periodo i salari reali – cioè al netto dell’inflazione – sono scesi del 4,2 per cento. Non è sorprendente, quindi, che ci sia più occupazione.
Il paradosso è che se il governo davvero bloccherà l’aumento automatico dell’età pensionabile legato all’aspettativa di vita, come vorrebbe fare con la prossima legge di bilancio, oltre a creare un buco di 3-4 miliardi incepperà questo meccanismo che permette di avere dati all’apparenza sempre migliori dal mercato del lavoro. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1634 di Internazionale, a pagina 105. Compra questo numero | Abbonati