“Ci sarà un uovo sulle scale”: Davide, il protagonista, non Davide l’autore, lo dice da subito, fin dalla prima pagina. Ma per arrivarci, in mezzo, deve passare da Udine, Budapest, Berlino, un po’ da Bologna e alla fine anche da Roma. Il protagonista è un aspirante regista, “napoletano e ungherese”, con una fumante laurea all’Accademia delle belle arti, che ora abita nella casa socialista della nonna materna, mentre sull’orlo – abisso? – dell’età adulta manda compulsivamente email per trovare un impiego nel cinema ungherese. In ogni luogo in cui atterra, Davide incontra personaggi eccentrici, descritti sempre con il tono ironico che il protagonista rivolge anche a se stesso. _La faccio breve _è un romanzo leggero, che narra forse la quotidianità di una generazione di giovani, una di quelle storie in cui c’è tanto movimento geografico pur se la narrazione resta statica. Infatti tra Bumble, precarietà giovanile (non solo lavorativa ma anche abitativa), crisi esistenziali e altri temi inflazionati della narrativa di formazione, il rischio di imbattersi in qualcosa di già letto è esponenzialmente elevato. Di Lorenzo lo tiene a bada con una scrittura rapida, fatta di frasi essenziali e ritmate, e capitoli brevi, fresca nel suo essere scanzonata. La faccio breve: non sempre basta. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1622 di Internazionale, a pagina 86. Compra questo numero | Abbonati