La seconda prova letteraria di Amir Issa è un vero gioiello. Amir, rapper italo-egiziano, romano di Tor Pignattara, è un nome molto conosciuto in ambito musicale. Da un po’ di anni sta portando avanti un dialogo serratissimo con il mondo della scuola sui temi che sono stati al centro della sua poetica personale: l’identità, il vivere in periferia, il rap, l’amicizia sono sempre stati dei pilastri delle sue canzoni. Poi è arrivato il formato libro a rendere questo autore ancora più poliedrico. Le sue rime si sono trasformate in prosa e in Vivo questo, il suo primo libro, sono diventate autobiografia, sua e di un’Italia diventata transculturale. In Educazione rap Amir ripercorre le tappe esistenziali e sentimentali di questo genere musicale in parallelo alle tappe della sua vita, che lo hanno portato a fare del rap il megafono che gli serviva per chiedere giustizia e uguaglianza. L’autore ci prende per mano e ci porta a Tor Pignattara passando però da Harlem. Così, tra un Eminem e un Kendrick Lamar, scopriamo anche che Amir è stato, come tanti, letteralmente salvato dall’hip-hop. È stato il rap ad avergli aperto gli occhi sul mondo. Quello di Amir è un libro che insegna molto, di fatto è un pezzo di storia italiana.

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Questo articolo è uscito sul numero 1412 di Internazionale, a pagina 94. Compra questo numero | Abbonati