Immaginate un varietà satirico, di quelli pieni di colori e con le risate finte in sottofondo. Entra l’imitatore travestito da ministro della difesa, noto per le sue posizioni moderate su Israele: pronuncia un discorso solenne e, a intervalli, punta una cerbottana contro il pubblico con la battuta: “Scusate, c’era un palestinese”. Poco dopo compare il conduttore, una versione nostrana di Jimmy Kimmel e un sorriso da televendita: “La mania del carnevale di dare manganellate in testa l’abbiamo esportata: avete visto quante botte gli israeliani danno ai palestinesi? Voi direte: quella è guerra. Ma no, è un veglione”. Cambio d’abito, altro sketch: “Il governo di Israele adotta la politica dei saldi, cerca di liquidare i palestinesi. Però non fa prezzi convenienti… lì, appena entri in un negozio, certe bastonate”. Stacco. Due ragazze in bikini dialogano scivolando sui pattini: “Certo Johara, per i palestinesi senza patria è difficile vivere”. Risposta: “Sì, soprattutto se gli israeliani continuano ad ammazzarli”. Finale di puntata, monologo conclusivo: “Amici, anche oggi non abbiamo risparmiato nessuno. Come dicono gli israeliani ai palestinesi”. Il programma è esistito davvero. Amato e detestato come simbolo di un’epoca effimera, gli stralci qui riportati risalgono a un episodio del 1985, ripubblicato in rete da Antonio Ricci, forse sull’onda della recente sfuriata del “suo” Enzo Iacchetti. Il programma era Drive in. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1633 di Internazionale, a pagina 92. Compra questo numero | Abbonati