Sono cose note, ma seguitare a stupirsi non fa male. Io, mettiamo, per ragioni che è inessenziale elencare, sto vedendo la partita Italia-Austria in streaming. La partita è così noiosa che l’unica cosa che un po’ mi diverte è sentire il cronista che dice: Immobile scatta in avanti. I primi novanta minuti vanno via lenti nel più assoluto silenzio, tranne qualche schiocco di rammarico del mio vicino di casa che, nell’appartamento di lato, sta vedendo a sua volta la partita, ma in tv. Poi, nei tempi supplementari, ecco pochi secondi che mi disorientano. Il vicino urla di entusiasmo mentre sullo schermo del mio pc non succede niente che giustifichi la sua contentezza. Penso di essermi appisolato, ho perso qualcosa. O forse non ho notato un dettaglio che lui, conoscitore del calcio sicuramente più di me, ha notato. I secondi passano, mi rendo conto che c’è davvero da entusiasmarsi, Chiesa fa gol. Solo che il mio vicino ha visto, sul televisore, il gol che io in streaming vedo solo adesso. Quando prendo atto di questo mio tempo ritardato, mi indispettisco. Sapere è potere. Il mio vicino ora è un veggente, un dio onnisciente, ne sa una più del diavolo. E mi governa le emozioni, la vita. Per tutta la serata sarà più avanti e anticiperà con le sue urla ciò che per me deve ancora accadere. Mi spoilererà il resto della partita e, di sicuro, tutte le partite a venire.

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Questo articolo è uscito sul numero 1416 di Internazionale, a pagina 14. Compra questo numero | Abbonati