◆ Oltre a offrire di continuo narrazioni – “la tua narrazione è questa, però adesso ti dico la mia” – c’interroghiamo anche in permanenza su chi ha una visione e chi no. Bergoglio ha una visione? E Bersani? E gli scienziati, i tecnici, i conduttori tv? Bill Gates – apparso a Che tempo che fa – sicuramente ce le ha avute, le visioni, e ce le ha tuttora alla grande. Le donne forse no: infatti perdono facilmente il lavoro, non diventano presidenti della repubblica, del consiglio o d’altro e, se si tratta di fare le ministre, si scuote il capo, è meglio proclamarle “sottosegretari donne”, come ho sentito alla radio, per evitare di chiamarle brutalmente sottosegretarie, che suonerebbe meno del tradizionale ruolo di segretarie. La visione dunque è necessaria, meglio averne sempre una sottomano. Il governo Conte, per esempio, è caduto perché si è deciso che, pur affannandosi contro il
covid-19, pur dandosi da fare per modificare le politiche economiche europee, pur abbozzando, nel pieno del marasma, un piano per ottenere miliardi, non aveva una visione. Il governo Draghi è invece nato perché si è deciso che, ancor prima di mettere mano alle stesse identiche cose, la visione l’aveva. Anche se per ora l’unica visione che s’intravede è, in assenza di elezioni, adeguare i vecchi responsi elettorali ai sondaggi e abituare gli italiani riottosi a un futuro governo tutto di destra.
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Questo articolo è uscito sul numero 1398 di Internazionale, a pagina 16. Compra questo numero | Abbonati