Sono cresciuta con genitori anaffettivi e quando si è trattato di costruire la mia famiglia ho scelto un uomo a cui dopo più di cinquant’anni sono ancora profondamente legata e ho tirato su i miei due figli, oggi ultraquarantenni, con tutto l’amore e la cura che non ho mai ricevuto. Nessuno dei due però ha scelto una vita sentimentale stabile ed è chiaro che non hanno intenzione di avere figli. Questo mi fa sentire privata del ruolo di nonna, e dell’idea che la bella famiglia che io e mio marito abbiamo costruito possa durare oltre la nostra vita terrena. So che i figli sono liberi di scegliere il loro percorso, ma provo comunque una grande malinconia. –S.
Nella tua email scrivi che hai costruito una “bella famiglia”, e io partirei proprio da lì. Perché quello che hai creato – partendo da genitori anaffettivi – è un miracolo: un amore che dura da cinquant’anni e due figli cresciuti con cura e dedizione. Se oggi loro scelgono strade diverse da quella che avevi immaginato, non è una sconfessione del tuo esempio, ma la prova che li hai resi liberi. La malinconia che senti forse riguarda più il tempo che passa. Il desiderio di continuità è umano, ma lascia che la tua eredità affettiva si misuri in quello che stai dando in vita, non in quello che accadrà dopo. L’assenza di bambini nella tua quotidianità può far male, soprattutto se senti di poter dare molta cura. Ma puoi offrirla altrove: a nuovi legami, ad altri bambini o dove pensi che ce ne sia bisogno. La tua famiglia è bella ora, così com’è. E c’è, anche senza nipoti.
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Questo articolo è uscito sul numero 1632 di Internazionale, a pagina 14. Compra questo numero | Abbonati