In tutto il mondo i ragazzi ottengono risultati migliori delle ragazze in matematica, e gli uomini hanno mediamente una maggiore probabilità di intraprendere professioni legate a questa materia, anche se i bambini non mostrano né competenze numeriche superiori né una migliore comprensione della logica rispetto alle bambine. Ora un vasto studio realizzato in Francia ha scoperto che questo gender gap matematico comincia a manifestarsi durante il primo anno delle elementari, e i risultati potrebbero contribuire a evitare che le femmine restino indietro.
All’inizio della scuola i voti in matematica sono simili per tutti, ma dopo appena quattro mesi quelli dei maschi superano quelli delle femmine. Secondo lo studio, pubblicato su Nature, dopo un anno il divario si accentua. “La ricerca indica che la disparità di genere nella capacità matematica non è né innata né inevitabile”, sostiene la psicologa Jillian Lauer di Cambridge, nel Regno Unito. “Se vogliamo impedire che le bambine restino indietro dobbiamo concentrarci sulle loro esperienze scolastiche iniziali”.
Gli autori dello studio suggeriscono diversi modi per farlo, come offrire sostegno per attenuare l’ansia causata dalla matematica, chiedere agli insegnanti di incoraggiare la partecipazione delle femmine durante la lezione e stimolare la curiosità e la risoluzione dei problemi anche fuori dall’aula.
“Dal punto di vista etico, questi risultati devono spingerci ad agire”, dice Pauline Martinot, neuroscienziata del Commissariat à l’énergie atomique et aux énergies alternatives (Cea) di Parigi e autrice dello studio.
La ricerca è più completa delle precedenti che hanno rilevato un gender gap simile durante il primo anno di scuola. Ha preso in esame quattro gruppi: tutti gli scolari francesi che si sono iscritti nel 2018, nel 2019, nel 2020 e nel 2021, per un totale di quasi tre milioni di bambini di cinque, sei e sette anni. La tendenza è stata confermata in tutto il paese: la disparità è emersa in tutti i gruppi, i contesti socioeconomici, le regioni della Francia e i tipi di scuola.
Questa “sorprendente” universalità indica che le politiche mirate a ridurre il divario devono coinvolgere tutti, dice l’economista Andrew Simon dell’università della Virginia a Charlottesville, negli Stati Uniti. “Per rimediare davvero non ci si può limitare a un solo gruppo”.
Lo studio usa le potenzialità dei grandi insiemi di dati per dimostrare che è l’inizio dell’istruzione scolastica – e non l’età – a causare il divario. In Francia i bambini cominciano la scuola nel settembre dell’anno in cui compiono sei anni. Confrontando scolari nati a pochi giorni di distanza ma che frequentano anni scolastici diversi, i ricercatori hanno rilevato la disparità di genere tra i maschi e le femmine nati a dicembre che si iscrivono al secondo anno, ma non tra i coetanei nati qualche giorno dopo, a gennaio, che hanno appena cominciato la scuola.
L’assenza di differenze medie nei risultati di maschi e femmine all’inizio del primo anno indica che le cause vanno ricercate nell’ambiente scolastico e non in differenze innate di interessi o capacità, commentano i ricercatori.
“Potrebbe esserci un fattore biologico che non siamo riusciti a collegare in maniera chiara alla matematica o al ragionamento spaziale”, spiega Lauer. “Ma lo studio indica che le esperienze contano più di ogni altra cosa”.
Oltre gli stereotipi
Da neonati e da piccoli, femmine e maschi mostrano una comprensione dei numeri e della logica molto simile. “Abbiamo tutti in comune un certo sapere matematico innato”, commenta Martinot.
Una possibile causa è che gli insegnanti e i genitori trasmettano lo stereotipo secondo cui i maschi se la cavano meglio delle femmine, oppure che il successo dei maschi è dovuto al talento e quello delle femmine all’impegno, minando così la fiducia delle bambine, scrivono gli autori.
Secondo lo studio, definire “matematica” certe attività già dai primi anni di scuola – con ore e libri dedicati – potrebbe indurre le bambine ad applicare a sé stesse quegli stereotipi. Tra l’altro le femmine tendono a manifestare più apprensione dei maschi per la matematica, il che potrebbe compromettere i loro risultati negli esercizi con un limite di tempo.
Potrebbe anche essere necessario ampliare il concetto di cosa significa essere bravi in matematica in modo che le femmine possano progredire a modo loro, dice Meghna Nag Chowdhuri dello University college London.
Per esempio, nei primi anni di scuola i bambini che rispondono in fretta a una domanda di matematica vengono lodati, ma anche trovare un modo innovativo per risolvere un problema può essere segno di abilità, spiega la ricercatrice. “Invece di costringere le femmine a diventare maschi, ridefiniamo l’istruzione in senso più ampio”. ◆ sdf
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Questo articolo è uscito sul numero 1619 di Internazionale, a pagina 104. Compra questo numero | Abbonati