Washington, 3 novembre (aaron schwartz, bloomberg/getty)

I rappresentanti del Partito democratico e del Partito repubblicano hanno trovato un accordo per mettere fine allo shutdown , il blocco delle attività non essenziali del governo, il più lungo della storia degli Stati Uniti. “Era cominciato il 1 ottobre perché le forze politiche non avevano raggiunto un’intesa sulla nuova legge di bilancio”, scrive Time. Per oltre un mese più di un milione di dipendenti federali sono rimasti senza stipendio, i sussidi alimentari sono stati bloccati e il traffico aereo ha subìto forti disagi. L’intesa raggiunta prevede fondi per tutte le attività governative fino al 30 gennaio 2026 e per i dipartimenti di difesa e agricoltura fino al 30 settembre. Ma i democratici non hanno ottenuto quello che chiedevano all’inizio dello shutdown , cioè l’estensione di alcuni sussidi per pagare le assicurazioni sanitarie, in scadenza alla fine dell’anno. Questo ha creato frizioni nel partito, con gli esponenti progressisti che accusano gli otto colleghi che hanno votato con i repubblicani per mettere fine allo shutdown , di aver fatto un favore alla destra senza ottenere molto in cambio. Secondo i sondaggi, la maggior parte degli elettori attribuiva ai repubblicani la responsabilità dei disservizi. I moderati difendono la scelta come un atto di responsabilità, motivato dall’urgenza di riattivare i servizi pubblici e reintegrare i lavoratori licenziati.

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Questo articolo è uscito sul numero 1640 di Internazionale, a pagina 28. Compra questo numero | Abbonati