Era davvero bruna quella ballerina con cui il narratore condivise, un tempo, alcuni frammenti di vita e passeggiate innevate, da Pigalle fino a porte de Champerret? Oppure era castana scura? Fin dalla prima frase s’insinua il dubbio e la memoria vacilla. Come sempre in Patrick Modiano (premio Nobel per la letteratura nel 2014), i ricordi sono incerti, appena ravvivati da circostanze particolari in cui momenti del passato “riemergono come se arrivassero da una stella che si credeva morta da tempo”. La trama di questo testo breve e arioso è molto contemporanea e perfino molto precisamente datata (siamo nel gennaio del 2023), ma una moltitudine di dettagli confonde i riferimenti temporali e c’immerge in un’incantevole vaghezza. Nella Parigi attuale di Modiano si continua a ordinare una granatina al bar e a lasciare il numero di telefono fisso. È tutta qui la sua arte: seminare inquietudine e incertezza dietro la dolcezza apparente di situazioni raccontate con disarmante semplicità.
Isabelle Lesniak, Les Echos  
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Questo articolo è uscito sul numero 1633 di Internazionale, a pagina 94. Compra questo numero | Abbonati