Šostakovič era già se stesso dall’inizio. Come nel trio op. 8 del 1923 in un unico movimento, qui presentato come l’opera quasi d’avanguardia di un giovane che avanza con sicurezza ma con comprensibile sfiducia verso ciò che sta accadendo nel suo paese. Un ottimo inizio per raggiungere l’obiettivo di questo album: Nikolai Roslavets (1881-1944), che fu un esatto contemporaneo di Stravinskij ma ebbe meno fortuna, anche se non meno talento. Rimase in Unione Sovietica e fu oscurato, bandito senza essere bandito. Abbiamo un debito con Roslavets. Questo lavoro del 1921, eseguito con intensità dal trio Brackman, è un esempio di quanto di meglio si potesse comporre nella prima metà del secolo, l’epoca delle vere avanguardie. Poi c’è un curioso arrangiamento per trio del sestetto Verklärte nacht di Arnold Schönberg. L’intuizione dei Brackman è collegare Nikolai Roslavets al maestro viennese e al giovane di San Pietroburgo, ed è un’idea azzeccata. Per finire arriva un piccolo regalo, Un soir, della compositrice Mel Bonis (1858-1937). Uno dei suoi compagni di classe era Debussy e uno dei suoi insegnanti César Franck: merita di essere riscoperta con attenzione. Un album molto interessante.
Santiago MartínBermúdez, Scherzo

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Questo articolo è uscito sul numero 1633 di Internazionale, a pagina 100. Compra questo numero | Abbonati