I politici dovrebbero assicurarsi che l’intelligenza artificiale (ia) ci aiuti a colonizzare la galassia o dovrebbero proteggere le persone dall’eccesso di tecnologia? Il primo obiettivo è più divertente ma non dovrebbe essere una priorità. Nella Silicon valley si pensa che l’avvento di un’ia “superintelligente”sia vicino e inevitabile. A Londra e a Washington i centri di ricerca invitano i politici a prepararsi a sfruttare il potere dell’intelligenza artificiale del futuro.
Pur sognando una “superintelligenza artificiale” grandiosa e benefica dobbiamo ammettere che quella di oggi , più “stupida”, sta creando grossi problemi. Uno dei dibattiti più accesi sul tema riguarda la possibilità che l’assorbimento di un’enorme quantità di dati presenti su internet, essenziale per sviluppare l’ia, costituisca una violazione del copyright. Ci sono argomenti favorevoli da entrambe le parti. Qualcuno afferma che, se leggendo queste parole non si viola il copyright di New Scientist, l’apprendimento dell’ia dovrebbe essere trattato nello stesso modo. Nel frattempo, però, le critiche aumentano: la Disney e la Universal hanno fatto causa all’azienda d’intelligenza artificiale Midjourney per aver riprodotto una quantità enorme di immagini protette dal diritto d’autore. I problemi legati all’ia coinvolgono anche la guerra. Il conflitto in Ucraina ci sta spingendo verso un mondo in cui le macchine potrebbero uccidere da sole, con la supervisione degli esseri umani. Finora i politici non sono stati capaci di affrontare il problema. Le Nazioni Unite avevano organizzato il primo incontro sulla regolamentazione dei “robot killer” nel 2014, ma da allora non ci sono stati passi in avanti per limitare l’uso di queste macchine di morte. Forse i nostri leader credono che la superintelligenza artificiale risolverà tutti i loro problemi. Se è così, si sbagliano di grosso. ◆ as
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Questo articolo è uscito sul numero 1620 di Internazionale, a pagina 19. Compra questo numero | Abbonati