Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato un cessate il fuoco che sarebbe durato “per sempre”. Ma poi se l’è presa sia con Israele sia con l’Iran, accusandoli di aver violato l’accordo di cui si era attribuito il merito. L’estrema instabilità degli eventi delle ultime settimane nasce dall’imprevedibilità della retorica e delle azioni del presidente statunitense. Sono passati poco più di quindici giorni da quando aveva invitato il primo ministro israeliano a non bombardare le strutture nucleari iraniane, sperando di raggiungere un accordo con Teheran. Benjamin Netanyahu però l’ha ignorato e poche ore dopo Trump ha cercato di prendersi il merito anche dell’offensiva israeliana.
A quel punto ha chiesto la resa incondizionata dell’Iran e ha minacciato il leader supremo del paese, l’ayatollah Ali Khamenei. Il 19 giugno ha detto che avrebbe deciso in due settimane se colpire l’Iran.
Forse è stata un’indicazione deliberatamente fuorviante: l’esercito statunitense ha bombardato i siti nucleari iraniani pochi giorni dopo. Il 23 giugno c’è stato un altro colpo di scena: Trump ha annunciato un cessate il fuoco completo e totale e poche ore dopo ha rinfacciato a Israele e all’Iran di aver violato l’accordo. “Non sanno più che cazzo stanno facendo”, ha detto.
Trump è impulsivo, vuole risultati immediati ed essere adorato. Per questo reagisce in modo irrazionale alle situazioni e alle cose dette dall’ultima persona con cui parla prima di prendere una decisione. L’attenzione che riserva a Pechino e Mosca è una costante di quella che potremmo definire (generosamente) la sua politica estera, ma anche i suoi punti fissi – come il sostegno a Israele – sono stravolti dagli eventi e dall’attrazione verso qualsiasi cosa sembri potergli regalare una gloria immediata.
Secondo la teoria del pazzo di Richard Nixon i nemici si ritirerebbero se credessero che il presidente degli Stati Uniti fosse un folle. Gli esperti di relazioni internazionali, però, non sono d’accordo. Inoltre Nixon pianificava le sue scelte e aveva obiettivi precisi. L’attacco illegale di Trump all’Iran, invece, è stato un azzardo sconsiderato che la storia giudicherà.
Il cessate il fuoco è una buona notizia. In questo momento c’è bisogno della diplomazia, non della guerra. Ma l’atteggiamento di Trump resta caotico, e mentre le intenzioni e i messaggi del presidente si moltiplicano, i rischi aumentano in modo pericoloso. ◆ as
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Questo articolo è uscito sul numero 1620 di Internazionale, a pagina 19. Compra questo numero | Abbonati