Dopo aver sostituito gran parte dei ministri del governo, il generale Abdel Fattah al Burhan, leader dei golpisti che hanno preso il potere il 25 ottobre, ha ampliato il suo controllo sulle istituzioni finanziarie. Il 5 novembre ha affidato ad alcuni suoi stretti collaboratori la direzione delle cinque principali banche del paese, spiega il quotidiano indipendente Al Taghyeer. Nei giorni successivi sono continuate le manifestazioni contro il colpo di stato, ancora una volta represse con violenza. Almeno 87 insegnanti sono stati arrestati il 7 novembre perché partecipavano a un sit-in di protesta per le nuove nomine ai vertici del ministero dell’istruzione. Secondo l’associazione Comitato centrale dei medici sudanesi, dopo il colpo di stato almeno 14 manifestanti hanno perso la vita e altri trecento sono stati feriti. Il 9 novembre un tribunale ha ordinato alle aziende di telecomunicazioni Zain, Sudani e Mtn di sbloccare l’accesso a internet, perché è dal golpe che i sudanesi non accedono con regolarità alla rete e ai servizi telefonici.
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Questo articolo è uscito sul numero 1435 di Internazionale, a pagina 28. Compra questo numero | Abbonati